Old Man Luedecke Tender is the Night
2012 - True North Records
Banjo e chitarre acustiche che ben si spartiscono il lavoro di accompagnamento e di fraseggio solista, precisi e naturali. La linea vocale principale è rigorosamente armonizzata nei ritornelli, una formula che funziona sempre, specie quando si tratta di far ballare e battere le mani, insomma, tecniche di un altro bravo musicista che ama il suo Paese e che se ne va a passeggio nella natura, fischiettando di religione, di sbronze colossali e d’amore, che fa sempre bene.
La sua è la spontaneità del musicista folk americano che troppe pretese non ha, se non quella di sognare e regalare sogni, intonando una breve storiella e che duri al massimo due, tre minuti, e poi via, pronti a un nuovo tracciato.
“Sai che ogni viaggiatore si auto-inganna, sai che ogni marinaio anela per il tempo a terra. Partire è un sentimento che odio, eppure la nostalgia di casa è un desiderio che diventa sempre più forte. Tenera è la notte sul tuo cuscino, tenera è la luce sulla nostra porta, tenera è la notte su questo aereo, ma tenera è la speranza di tornare a casa”. Che poi, detta così, appare quasi scaramantica.
La proposta riesce ad essere interessante per tutta la stesura dell’album, con dei picchi di gradimento molto alti già in partenza, grazie alla meravigliosa Kingdom Come, il classico brano trascinante di esperienze vissute on the road. Ad alto tasso alcolico, la più serena I’m Fine e se siete pronti per montare in sella verso il ritorno, Long Suffering Jesus.
Eccezionale spaccato di musica popolare che infinitamente continua, mai stanca, mai arresa, sempre umile. Sempre utile.