Old Man Luedecke Domestic Eccentric
2015 - True North / IRD
#Old Man Luedecke#Americana#Bluegrass & Old Time #Chris Luedecke #Nova Scotia
Il suo modo di intendere la tradizione e farla propria è un viaggio nel tempo, ristrutturante e coerente, inflessibile e determinato, ma senza per questo essere privo di una attraente completezza musicale, serafica e immediata, canzoni vellutate e canzoni levigate che hanno il sapore di un’equivalenza antica ed emozioni senza tempo, storie che attraversano la vita nei momenti oscuri e nei momenti di ebbrezza e gratificazione; temi contrapposti come speranza e illuminazione e capacità creativa fanno da contrappunto a disinganno e malinconia. Ma prima di proseguire ed addentrarci nelle canzoni di Domestic Eccentric non tralasciamo di segnalare che il nostro nel suo curriculum ha la sua bella manciata di dischi a partire dello stuzzicante I Never Sang before I Met You (True North 2014), il gustoso Tender Is The Night (True North 2012), My Hands Are On Fire and Other Love Songs (Black Hen Music, 2010), Proof of Love (Black Hen Music, 2008), Hinterland (Black Hen Music, 2006) e Mole In The Ground (2003).
In Domestic Eccentric troviamo canzoni che esplorano l'idea della domesticità e sgrovigliano un tappeto poetico sulle esperienze autobiografiche di un giovane uomo che ha condiviso per più di un decennio i suoi giorni con la stessa donna, diventata sua moglie, e il processo di guardare i loro bambini crescere; tracks che narrano la quotidianità con i suoi alti e i suoi bassi, con le sue gioie e i suoi intricati problemi caliginosi. Ma che è anche la manifesta consapevolezza dell'importanza di coltivare i tempi di scorrimento di una homelife senza insidie e sotterfugi.
L’album è prodotto con l’attiva compartecipazione di Tim O’Brien ed è stato registrato in una sorta cabina auto costruita nei boschi dallo stesso Chris Luedecke; è un disco estremamente piacevole che saprà soddisfare ampiamente l’ascoltare attento e competente.
Domestic Eccentric è un album parco e strumentalmente essenziale, ma proprio qui sta il merito e il fascino dell’opera, in questa fascinosa spontaneità folk “Americana”; con il banjo, chitarre acustiche e il mandolino che ben si spartiscono il lavoro di accompagnamento e il fraseggio solista, mischiando folk, linee bluegrass e gemme acustiche con una voce calda ed espressiva, ben armonizzata nei ritornelli, a partire dalla splendente ouverture di Yodelady, rifulgente e accattivante track con tanto di yodel che ben ci introduce nel mondo out of time di Old Man Luedecke, un mondo folk sapido e senza ostilità.
Girl In Pearl Earring con il suo violino ha un sapore arcaico che odora di terra e radici mentre Briar And The Rose ha un respiro epico. Early Days è un’altra perla e con la rigorosa Wait A While abbiamo visioni old time. A tratti mi viene in mente l’album solista di Willie Watson (ex Old Crow Medicine Show), se non altro come attitudine. Low On Hog, la gradevolissima Old High Way Of Love, la ruspante Chester Boat Song e Year Of Dragon ci riportano a un mondo folk genuino e incorruttibile, una concezione autentica e perbene di cui, in tempi grami come i nostri, ne abbiamo davvero bisogno.