
Nicolo` Piccinni E Gli Internauti MareAmare
2024 - Autoprodotto
Niccolò Piccinni e gli Internauti si travestono da esploratori per cercare una ipotesi di tragitto in un manto di stelle cangianti.
Arianna è il primo affresco del diario di bordo, ed è subito confortante ascoltare un getto di musica e parole dopo tanto Sanremo. C’è la semplicità di una scrittura fluida e lieve; ed è sempre un bel guardare la costa allontanarsi Sottacqua, come fossimo tutti prue che tagliano le onde.
MareAmare è un disco corale impreziosito da collaborazioni interessanti: Liana Marini, Stefania Tasca, Rossana De Pace, Giulia Impache, Bunna (Africa Unite), Fausia, Holly Wilson, Federico Sirianni e Vea; con la partecipazione di Gabriele Prandi alle chitarre, Filippo Cornaglia e Boris Borasco all’armonica. Un lavoro dove la musica ha un valore assoluto, che diventa a sua volta racconto. Riesce davvero difficile trovare punti di debolezza in questa matassa di emozioni che avvolgono l’ascoltatore. Non è solo canzone d’autore; Piccinni e i suoi compagni di viaggio ci prendono per mano e ci portano a vedere quanta incompiutezza c’è nell’imperfezione dei pensieri umani.
Mi piace pensare che ci possa essere la possibilità di vedere riconosciuti i meriti di autori che spesso devono autoprodursi il loro talento, e che un giorno non saranno più i Talent e le multinazionali a decidere cosa dobbiamo ascoltare, leggere e guardare. MareAmare potrebbe essere (anzi, di certo lo è) un esempio di riscatto della musica italiana.
Mi ha colpito molto il lato B di questo concept: Il pozzo, una canzone che descrive bene il senso di inquetudine determinata dalla discesa verso il buio; brano annodato a doppio filo a Pesce nero, per finire ngli echi rock di Lampade ad olio.
Questo è un progetto completamente nuovo, e al tempo stesso contiene un patrimonio genetico complesso che deriva dalle ballad di autori americani, di certi cantautori italiani dimenticati di blues e di strade polverose, di sale e luce meridiana.
Chiude il disco Pugile di mare, sottilmente degregoriana e per questo un poco dylaniata. L’epilogo di un uomo combattente che ha perduto e vinto al tempo stesso la sua vita. Un viaggiatore al traguardo, su un ring, davanti alla riva del mare a combattere contro il nulla.
Emozionante e poetico. Cercatelo e emozionatevi di un disco che racconta di noi.
Dodici è il numero magico di questa recensione del disco MareAmare, Un percorso alla ricerca di sé che si snoda nella consapevolezza di non avere nessuna carta di navigazione. Arianna è il primo affresco del diario di bordo, ed è subito confortante ascoltare un getto di musica e parole dopo tanto Sanremo. C’è la semplicità di una scrittura fluida e lieve; ed è sempre un bel guardare la costa allontanarsi Sottacqua, come fossimo tutti prue che tagliano le onde.
MareAmare è un disco corale impreziosito da collaborazioni interessanti: Liana Marini, Stefania Tasca, Rossana De Pace, Giulia Impache, Bunna (Africa Unite), Fausia, Holly Wilson, Federico Sirianni e Vea; con la partecipazione di Gabriele Prandi alle chitarre, Filippo Cornaglia e Boris Borasco all’armonica. Un lavoro dove la musica ha un valore assoluto, che diventa a sua volta racconto. Riesce davvero difficile trovare punti di debolezza in questa matassa di emozioni che avvolgono l’ascoltatore. Non è solo canzone d’autore; Piccinni e i suoi compagni di viaggio ci prendono per mano e ci portano a vedere quanta incompiutezza c’è nell’imperfezione dei pensieri umani.
Mi piace pensare che ci possa essere la possibilità di vedere riconosciuti i meriti di autori che spesso devono autoprodursi il loro talento, e che un giorno non saranno più i Talent e le multinazionali a decidere cosa dobbiamo ascoltare, leggere e guardare. MareAmare potrebbe essere (anzi, di certo lo è) un esempio di riscatto della musica italiana.
Mi ha colpito molto il lato B di questo concept: Il pozzo, una canzone che descrive bene il senso di inquetudine determinata dalla discesa verso il buio; brano annodato a doppio filo a Pesce nero, per finire ngli echi rock di Lampade ad olio.
Questo è un progetto completamente nuovo, e al tempo stesso contiene un patrimonio genetico complesso che deriva dalle ballad di autori americani, di certi cantautori italiani dimenticati di blues e di strade polverose, di sale e luce meridiana.
Chiude il disco Pugile di mare, sottilmente degregoriana e per questo un poco dylaniata. L’epilogo di un uomo combattente che ha perduto e vinto al tempo stesso la sua vita. Un viaggiatore al traguardo, su un ring, davanti alla riva del mare a combattere contro il nulla.
Emozionante e poetico. Cercatelo e emozionatevi di un disco che racconta di noi.