M¥SS KETA Il cielo non è un limite
2020 - Island Records/Universal
Il primo brano, assume lo stile di un messaggio fatto durante un viaggio aereo. Un invito a tutti i piloti di considerare il cielo non un limite, ma ciò che li lancia verso l’infinito.
L’eretica GIOVANNA HARDCORE, vuole essere la reincarnazione in chiave Mad Max della pulzella d’Orleans che evoca un incantesimo ancestrale ripetuto come un mantra, su un beat minimal spezzato da accelerazioni jungle.
La mistress felina di GMBH, immersa in un rituale di seduzione scandito da un beat deep house alla moda di Chicago. Sa di essere una donna forte e l’unico modo per avvicinarla è “mandare il CV alla mia HR”. Mette subito in chiaro il suo ruolo di dominatrice: “Io sono la boss, tu sei il mio dipendente”, l’aggancio avviene in un pub. Si paragona ad una leonessa a caccia ma constata che il nostro sistema è il più elaborato di quello che osserviamo fra gli animali.
La rider post apocalittica nel visual dell’artista Elvira Lanzafame che sfreccia fra le vie dell’inferno in RIDER BITCH, sfogo electroclash ispirato al videogioco Wipeout 2097, una traccia che vede la co-produzione di Unusual Magic. In un’atmosfera house frenetica consegna pizze e prende ordinazioni per aragoste e raclette. Verso le fine il pezzo rallenta per dissare il capitalismo.
L’ossessione per l’immagine sintetica, in cui le funzioni di photoshop diventano ordini, come in PHOTOSHOCK, brano costruito su un beat footwork con richiami house anni ’90 e synth-wave anni’80. Ha il fotografo, ha il set con tanto di green screen, ma comunque richiede qualche ritocco digitale.
La moderna dea DIANA, in compagnia di Priestess, a capo di una Magna Grecia futurista dalle atmosfere morbide e sognanti, musicalmente disegnata dal maestro Populous.
L’ultima traccia è DUE, delirio electropop disegnato sul beat della hit anni ’90 Two Times di Ann Lee.
Questo disco ha lo stesso effetto di un rave che, dall’ultimo piano di un grattacielo di vetro e acciaio milanese traslata in una metropoli futura, dove M¥SS all’improvviso infrange una delle grandi vetrate per schizzare via come un razzo, alla ricerca dell’infinito.