Misere de la Philosophie Vera e il Diavolo
2023 - Seahorse Recordings
#Misere de la Philosophie#Italiana#Alternative #psych garage #shoegaze
Ka-Meh (2014) e il sophomore Tutto cioÌ€ che eÌ€ solido si dissolve nell’aria (2018). Nel nuovo lavoro il gruppo mescola generi e stabili punti di riferimento, come chitarre introspettive shoegaze, o impetuose e alt-rock, sonorità acide e corrosive, riff lisergici e torbidi psych garage, selve di chitarre distorte e abrasive, atmosfere notturne degne del rock sperimentale e ritmiche proto-punk à la Velvet Underground, o il Nick Cave più cupo e “infernale”, così come queste canzoni rammentano il noise-rock cantautorale dei Marlene Kuntz, anche nelle metriche seguite dal cantato di Sebastiano Taccola.
Sogno o leggenda e realtà, estasi e violenza, allucinazioni e torture, immagini poetiche e guerre metropolitane, inquietudini e ricerca della pace interiore, divino e demoniaco, gli incubi e i Satana in borghese negli “abissi della società”, libertà e “mercato della conformità”, paura e stanchezza, purezza primigenia e corruzione da cui non si può scappare, si fondono quasi indistinguibilmente nei testi e nell’immaginario ispirato a letture come Introduzione alla psicoanalisi di Freud, oppure Che fare? di Nikolaj GavriloviÄ ÄŒernyševskij (1863, ma pubblicato nel 1905), sugli ideali del socialismo presovietico, come la critica alle convenzioni borghesi e il tema dell’emancipazione femminile incarnato dal personaggio indipendente di Vera Pavlovna.
Fondamentale, in primis per il singolo Il Diavolo alle porte, è inoltre e soprattutto il primo romanzo di Isaac Bashevis Singer, Satana a Goraj (1933, in volume nel 1935), in cui, dopo gli orrori inenarrabili di un terribile pogrom cosacco che colpì quasi centomila ebrei, si vive la discesa negli inferi e nell’oscurità del peccato predicata dagli emissari dal presunto “Messia” Shabbatay Tzevi; il libro unisce vicende storiche del Seicento con elementi romanzeschi come la storia della profetessa Rechele, messa incinta da Satana. “Non sognare l’altare / L’odore di incenso fa morire / Non ti distrarre, non ti consolare / Il coro che senti cantare / Dai bambini nelle cantine / Non è angelico, è rassegnato”, recitano alcuni versi del singolo succitato. Ma alla rassegnazione si invita in qualche modo anche a reagire, perché, se da una “realtà claustrofobica” non basta scappare rifugiandosi nella dimensione onirica, allora, bisogna “affrontare / Queste vette di paura, di lacrime assai amare / Lo puoi fare con l’azione, abbandona quello sguardo / Già privo di speranza e di incredulità” (la conclusiva Solo un ricordo).
Il trio, composto da Sebastiano Taccola (chitarra, armonica, voce), Giacomo Biancalana (batteria, percussioni, sax, cori) e Michele Pineschi (basso, synth, organo, electronics, cori) confeziona un disco lisergico, con riff ossessivi e “immagini ricorrenti che si susseguono a intermittenza stroboscopica”, cori di una ritualità straniata e sonorità vischiose e oscure, perentorie o semplicemente ferme e tenaci (come nell’ultima traccia), per un tuffo perturbante nel buio delle fantasie, della coscienza e della società sconvolta, tra brani più brevi e più lunghi pezzi psichedelici, tra distopia e realtà.
Nuovo album per la band toscana Misère de la Philosophie, dopo l’esordio con Sogno o leggenda e realtà, estasi e violenza, allucinazioni e torture, immagini poetiche e guerre metropolitane, inquietudini e ricerca della pace interiore, divino e demoniaco, gli incubi e i Satana in borghese negli “abissi della società”, libertà e “mercato della conformità”, paura e stanchezza, purezza primigenia e corruzione da cui non si può scappare, si fondono quasi indistinguibilmente nei testi e nell’immaginario ispirato a letture come Introduzione alla psicoanalisi di Freud, oppure Che fare? di Nikolaj GavriloviÄ ÄŒernyševskij (1863, ma pubblicato nel 1905), sugli ideali del socialismo presovietico, come la critica alle convenzioni borghesi e il tema dell’emancipazione femminile incarnato dal personaggio indipendente di Vera Pavlovna.
Fondamentale, in primis per il singolo Il Diavolo alle porte, è inoltre e soprattutto il primo romanzo di Isaac Bashevis Singer, Satana a Goraj (1933, in volume nel 1935), in cui, dopo gli orrori inenarrabili di un terribile pogrom cosacco che colpì quasi centomila ebrei, si vive la discesa negli inferi e nell’oscurità del peccato predicata dagli emissari dal presunto “Messia” Shabbatay Tzevi; il libro unisce vicende storiche del Seicento con elementi romanzeschi come la storia della profetessa Rechele, messa incinta da Satana. “Non sognare l’altare / L’odore di incenso fa morire / Non ti distrarre, non ti consolare / Il coro che senti cantare / Dai bambini nelle cantine / Non è angelico, è rassegnato”, recitano alcuni versi del singolo succitato. Ma alla rassegnazione si invita in qualche modo anche a reagire, perché, se da una “realtà claustrofobica” non basta scappare rifugiandosi nella dimensione onirica, allora, bisogna “affrontare / Queste vette di paura, di lacrime assai amare / Lo puoi fare con l’azione, abbandona quello sguardo / Già privo di speranza e di incredulità” (la conclusiva Solo un ricordo).
Il trio, composto da Sebastiano Taccola (chitarra, armonica, voce), Giacomo Biancalana (batteria, percussioni, sax, cori) e Michele Pineschi (basso, synth, organo, electronics, cori) confeziona un disco lisergico, con riff ossessivi e “immagini ricorrenti che si susseguono a intermittenza stroboscopica”, cori di una ritualità straniata e sonorità vischiose e oscure, perentorie o semplicemente ferme e tenaci (come nell’ultima traccia), per un tuffo perturbante nel buio delle fantasie, della coscienza e della società sconvolta, tra brani più brevi e più lunghi pezzi psichedelici, tra distopia e realtà.