Mezzala Il problema di girarsi
2011 - Urtovox/Audioglobe
Lasciato un attimo da parte il suo gruppo (Numero 6), il genovese Michele Bitossi torna alla sua passione di quando era piccolo, quando suo padre lo accompagnava agli allenamenti pur non credendo molto nelle doti da giocatore del figlio. Il problema di girarsi mescola il pop all’elettronica, le facili melodie ad una scrittura scorrevole, non distaccandosi troppo da quello che finora Mezzala ha fatto con il suo gruppo.
E così il funkettone iniziale di Che fine faremo si trasforma in un brano quasi dance, con una frase (“Mezzala è pazzo di te”) ripetuta fino all’esasperazione come ogni canzone disco che si rispetti.
Non mancano le melodie tipiche dei tormentoni scala classifiche sulla falsariga de Le Vibrazioni, come Un progetto come un altro, accompagnate da strumenti semplici come la chitarra, basso, batteria, tastiere e pianoforte.
La scelta di mescolare suoni elettronici a quello degli altri strumenti fa la differenza in fase di ascolto quando è facile, soprattutto in un disco simile dove non c’è un’alternanza tra brani pompati e brani lenti, avere l’impressione che tutte le canzoni si somiglino un po’.
Con Il problema di girarsi Mezzala dimostra che anche al di fuori dai Numero 6 ha qualcosa di interessante da dire.