
MATANA ROBERTS Coin Coin Chapter One: Gens De Couleur Libres
2011 - Constellation Records
Si inizia con gli otto minuti di Rise in cui, partendo da un potente fraseggio di sax, la Roberts sembra riferirsi tanto al Free quanto, e soprattutto, al Coltrane più mistico. Ma è solo un’introduzione a cui segue Pov Piti in cui il senso del racconto e del viaggio è presente tra pieni orchestrali, racconti, sprazzi free e inedite coloriture kletzmer, il nome Matana è di origine ebraico, che si trasformano in Song For Eulalie nella cui radice popolare sembra di cogliere echi della prima Liberation Music Orchestra come del miglior Post Rock tra momenti di silenzio/rumore siderale. Siamo a Kersaia: semplici ed efficaci frasi di sax si modificano lentamente rincorse da voci e sezione ritmica che vanno a sostenere una nuova parte parlata in cui gli intrecci delle voci degli attori vanno a formare una preziosa partitura che sfuma in energiche musiche da ballo (ragtime – walzer) e di festa con finale free.
È la volta di Libation For Mr. Brown: Bid Em In… : la sorpresa di un brano vocale che ha la forza di una mesta e intensa work song. Tra l’alternarsi della parte corale e della parte di racconto solista, l’ascolto si fa meraviglia ipnotica sino a quando il pubblico è invitato “essere” il coro mentre coro e solista continuano altre parti di racconto. Piano piano, dopo che il popolo si è riappropriato del proprio compito di “commentatore” della realtà (esattamente come nel “coro” della tragedia greca) la parte musicale è ripresa dalla sezione ritmica al completo lasciando infine al sax il compito di finire il racconto in un intenso crescendo! Nove minuti abbondanti di grandissima musica e di lezione drammaturgica.
Lulla/Bye è un’intima e dolente ballata-ninna/nanna in cui il canto ha le coloriture dell’est europeo più dolce e materno. I Am è l’ultima traccia di vero racconto: tra morbidi ma intensi ostinati strumentali il racconto degli attori si fa personale mantenendo una musicalità della parola che va verso il pieno orchestrale, tra Coltrane e New Orleans. La conclusione dell’opera è How Much Would You Cost?, dolce walzer contrappuntato da archi, in cui le invenzioni vocali danno l’idea, ancora una volta, della preziosa urgenza e ricercatezza di questa opera.
Matana Roberts con questo Coin Coin ci trasporta nel pieno della musica è della storia afroamericana con potente lucidità e uno sguardo che pur riferendosi al passato, oltre ai musicisti citati ricorderei anche gli Art Ensemble Of Chicago, guarda autorevolmente al futuro più libero. Senza paura della bella melodia ipnotica come del magma sonoro più vicino al free.