Marta De Lluvia Grano
2019 - OrangeHomeRecords
La lezione delle grandi interpreti italiane, come Mannoia o Consoli, viene assimilata con classe originale, e l'artista confeziona otto tracce firmate da lei stessa, e una riproposizione del classico andino Ojos azules, sempre tenendo alti la considerazione e il rispetto per l'ascoltatore, accudito, quasi coccolato, con suoni delicati e efficaci, grazie al tocco della sua chitarra (come in Gomitoli di vento, dal testo prezioso) e ad arrangiamenti eccellenti.
Le collaborazioni sono prestigiose: Stefano Cabrera (degli Gnu Quartet) al violoncello, Armando Corsi alla chitarra, Tina Omerzo al pianoforte (splendida in Il piede sulla terra), Giua al controcanto in Grano, e anche alla chitarra, nell'amara e inquieta Romanticismo forse, in cui suona anche la tromba di Stefano Bergamaschi e spiccano le percussioni di Abbate. Non mancano nemmeno accenni a strumenti inusuali, come lo chalumeau, conosciuto anche come salmoè, suonato da Edmondo Romano ne I dervisci.
Tendenzialmente cos'è la felicità? Una quercia spaccata a metà...canta la voce calda e avvolgente, mentre l'ascoltatore riflette, sprofonda nelle trame intessute dalle armonie, si stupisce per rime insolite e classiche insieme, come in Inutile e felice, canzone - manifesto del disco, che pare imperniato proprio sul tema della ricerca della felicità, che abbia la forma di un amore o di un'amicizia, della vicinanza fra esseri umani, il confronto con l'infanzia e i ricordi.
Teniamo d'occhio Marta: questo è un disco maturo, che attende solo la prova del live, e che promette di resistere all'usura del tempo.