Maria Mazzotta Amoreamaro
2020 - Agualoca Records
Se pensiamo che questa estate sarebbe dovuta essere la consacrazione definitiva della cantautrice e vocalist salentina Maria Mazzotta, con un importante tour internazionale, accompagnata dal fisarmonicista e pianista di origini malgasce Bruno Galeone, per proporre il nuovo lavoro Amoreamaro, l'amarezza sale davvero. Perché il disco merita, e non solo per la qualità dei brani scelti, ma anche per l'intensità della voce di Mazzotta, che, dopo l'esperienza quinquennale con il Canzoniere Grecanico Salentino, e dopo la collaborazione con il violoncellista albanese Redi Hasa, ha ormai raggiunto una maturità espressiva completa, che non ha nulla da invidiare ad altre, più celebri, interpreti della scena folk mondiale.
La voce solista della Notte della Taranta, la ricercatrice culturale, la partner di mostri sacri della musica, come Bobby McFerrin, Mario Arcari, Ibrahim Maalouf, Rita Marcotulli, Ballake Sissoko, Piers Faccini, Justin Adams, e molti altri, non fallisce nemmeno quest'ultimo obiettivo: presentare una sorta di concept album sul rapporto fra donna e amore, che attraversa spazi e tempi, sostenuta da pochi, validissimi compagni, come, oltre al già citato, virtuoso e sensibile Galeone, nella struggente ninnananna Tore Tore Tore, tradizionale riarrangiato in senso contemporaneo, anche il percussionista Bijan Chemirani, e, nella traccia che dà il titolo all'album, Andrea Presa, col suo suggestivo didjeridoo, ad aprire un brano fra i più intensi, autentica, catartica pizzica, che libera da ogni dèmone negativo.
Nei dieci pezzi corre, sottile e tenace, un filo rosso, come l'amore, nero come l'amarezza che a volte lo intreccia, e la scelta di Mazzotta spazia in molte lingue, dal nativo pugliese, in una struggente No potho reposare, al romanesco di Gabriella Ferri in Tu non mi piaci più, sorretto dalla voce e dalla chitarra, al siciliano di Rosa canta e cunta, omaggio all'indimenticabile maestra Rosa Balistreri, fino all'insolito tango n abruzzese di Scura maje e a una drammatica rivisitazione del classico Lu Pisci Spada, storia d'amore animale e passionale, in cui, per una volta, è un maschio a farsi uccidere per amore della sua femmina: insieme tragedia, spunto di riflessione, e tributo alla tradizione folk più nobile.
A testimoniare l'impegno concreto e la sensibilità dell'artista, c'è anche la sua decisione che parte del ricavato venga destinata a Save the Children; un ulteriore ottimo motivo per acquistare un disco che tiene compagnia a lungo, in attesa che il tanto sospirato tour riprenda.
La voce solista della Notte della Taranta, la ricercatrice culturale, la partner di mostri sacri della musica, come Bobby McFerrin, Mario Arcari, Ibrahim Maalouf, Rita Marcotulli, Ballake Sissoko, Piers Faccini, Justin Adams, e molti altri, non fallisce nemmeno quest'ultimo obiettivo: presentare una sorta di concept album sul rapporto fra donna e amore, che attraversa spazi e tempi, sostenuta da pochi, validissimi compagni, come, oltre al già citato, virtuoso e sensibile Galeone, nella struggente ninnananna Tore Tore Tore, tradizionale riarrangiato in senso contemporaneo, anche il percussionista Bijan Chemirani, e, nella traccia che dà il titolo all'album, Andrea Presa, col suo suggestivo didjeridoo, ad aprire un brano fra i più intensi, autentica, catartica pizzica, che libera da ogni dèmone negativo.
Nei dieci pezzi corre, sottile e tenace, un filo rosso, come l'amore, nero come l'amarezza che a volte lo intreccia, e la scelta di Mazzotta spazia in molte lingue, dal nativo pugliese, in una struggente No potho reposare, al romanesco di Gabriella Ferri in Tu non mi piaci più, sorretto dalla voce e dalla chitarra, al siciliano di Rosa canta e cunta, omaggio all'indimenticabile maestra Rosa Balistreri, fino all'insolito tango n abruzzese di Scura maje e a una drammatica rivisitazione del classico Lu Pisci Spada, storia d'amore animale e passionale, in cui, per una volta, è un maschio a farsi uccidere per amore della sua femmina: insieme tragedia, spunto di riflessione, e tributo alla tradizione folk più nobile.
A testimoniare l'impegno concreto e la sensibilità dell'artista, c'è anche la sua decisione che parte del ricavato venga destinata a Save the Children; un ulteriore ottimo motivo per acquistare un disco che tiene compagnia a lungo, in attesa che il tanto sospirato tour riprenda.