March Division Rain Empire
2019 - Prismopaco Records
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Il percorso che ha portato la band a questo nuovo disco è un viaggio tra sonorità che hanno contraddistinto l'ultimo ventennio musicale. Partiti da suoni vicini al Rock britannico nel primo disco, avevano sferzato verso ritmi totalmente diversi nel secondo lavoro andando ad esplorare dance, techno e buona parte dell'elettronica più conosciuta. Questo Rain Empire segna un ulteriore svolta nei suoni della band. Synth pop che pesca a piene mani dagli anni '80, ritornelli orecchiabili e un'idea di fondo ben chiara.
Shake Me Gently mette subito in chiaro le dinamiche dell'album. Synth e chitarre che si rincorrono creando sonorità spaziali ed orecchiabili. Pale Noon sembra guardare indietro al precedente lavoro proponendo ritmi tra l'Industrial e la techno. Se Bleeding Star è la ballad del disco, Hearts on Fire con i suoi intermezzi tex-mex segna un ulteriore cambio di direzione nei suoni del disco.
La titletrack Rain Empire, The last Call e Stone Cold Sober portano il disco nel pieno degli anni '80 con richiami fortissimi ai Depeche Mode dell'epoca e al filone a loro collegato. Phonomania, nonostante il riarrangiamento, lascia trasparire la sua natura di pezzo Punk New Wave di come era stata concepita. La finale U.F.O. ci riporta su suoni spaziali facendo un sunto di quanto sentito in precedenza.
Undici brani per quasi un'ora di musica dopo cinque anni di assenza era quello che ci voleva. I March Division mettono in scena un disco solido, senza sbavature, in cui ognuna delle canzoni può essere il singolo principale, ma che rischia di non far spiccare nulla rispetto al resto. Un disco di buon livello che di certo non può che far piacere agli amanti del genere.