Stripped<small> [<strong>Lost & Found</strong>]</small>
Jazz Blues Black • Jazz • soul

Macy Gray Stripped [Lost & Found]

2018 - Chesky Records / IRD

07/01/2018 di Corrado Ori Tanzi

#Macy Gray#Jazz Blues Black#Jazz

Sarà perché a un certo punto della sua carriera ha deciso che è venuto il momento di giocare l’ultima fiche prima di perdersi del tutto e definitivamente, sarà perché quella sua voce affettata ma mai lamentosa, incrostata di mille imperfezioni che la rendono di una bellezza unica, sarà per cento altri motivi, ma possiamo dire che, almeno per il momento, Macy Gray è tornata. È tornata a essere una cantante seria con il suo devoto strumento vocale rivolto alla musica.

I suoi esordi conditi di stratosferici numeri commerciali (How Life Is e I Try superarono, insieme, le 10 milioni di copie vendute) li conosciamo. Così come i flop successivi (non tanto di critica a essere onesti). A cui seguì una miscellanea di album che creò solo confusione tra cover (Covered), dischi altrui reinterpretati da cima a fondo (Talking Book di Stevie Wonder), raccolte insipide e un ultimo capitolo, The Way, evaporato ben presto.

La sua ultima testimonianza data aprile 2016 e si intitola Stripped, pubblicata niente di meno che dalla Chesky Records dei fratelli Norman e David Chesky, le cui stellette sul petto sono state guadagnate tra jazz e classica con musica alta (Astor Piazzolla, Ars Antiqua Austra e Bruckner Orchester Linz, tanto per citare i primi nomi). La direzione è quella del jazz binaural (o binaurale), che tanto oggi fa cool, quella musica basata sulle pulsazioni binaurali che inducono a un viaggio tra diversi stati della coscienza. Quindi un quartetto a disposizione di miss Gray, Russell Malone alla chitarra (Jimmy Smith e Diana Krall tra le sue collaborazioni), Wallace Roney alla tromba (Cark Terry, Dizzy Gillespie e Miles Davis bastano?), Daryl Johns al basso e Ari Hoenig alla batteria.

A volare sopra ogni cucitura musicale, ogni abbellimento del colore tonico la voce di questa cantante che non teme confronti, salvo le bizze e le insicurezze della sua padrona. Registrato dal vivo e senza over dub in un paio di giorni in una chiesa sconsacrata di Brooklyn, Stripped è un tonico per il nostro cuore. Tra spazzole sui piatti e fingerpicking più dolce di un babà, riascoltiamo le sue (anche in sede di composizione) I Try, She Ain’t Right For You, The First Time, Slowly, e Sweet Baby, apprezziamo due cover che nulla hanno a che fare (apparentemente) col jazz, Nothing Else Matters dei Metallica e quella Redemption Song di Bob Marley ultra-abusata in tutto il pianeta e qui proposta con un lirismo sorprendente in uno slow tempo gonfio di fascinazione e godiamo di tre canzoni inedite tra cui spicca l’opening title Annabelle, che da sola basterebbe a infiammare animi e anime in un Blue Note a caso, senza togliere pathos a The Heart e Lucy, a cui è demandato il compito di chiudere l’album.

Il talento c’è tutto. La sofferenza umana, quella che secondo i francesi genera il genio, pure. La grazia sensuale si è iscritta, il coraggio è tornato. Insomma, la sfida è vinta sotto ogni punto di vista. Difficile togliere il disco una volta partito. Dare continuità è la montagna più difficile.


 

Corrado Ori Tanzi

https://8thofmay.wordpress.com

Track List

  • Annabelle
  • Sweet Baby
  • I Try
  • Slowly
  • She Ain’t Right For Right
  • First Time
  • Nothing Else Matters
  • Redemption Song
  • The Heart
  • Lucy

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