Luca Urbani Catodico praticante
2011 - Discipline/Frequenze/Venus
Nel disco i synths si fanno strumenti di sonorità estreme e dominanti che danno vita ad atmosfere turbate come le frequenze televisive e vestono di suoni dall’evanescenza instabile, elegante e seducente e di una luce ambiguamente cupa e torbida un’analisi spietata ed insieme leggera di contraddizioni e desideri.
Il ritmo, tra electro-(e techno-)pop, trip-hop e alt-dance, ora pulsa come il flusso sanguigno alle tempie e la confusione di quei pensieri che “sono virus che girano”, ora brilla catartico come il fuoco di Bruciamo, spiazzante, quasi crudo inno alla liberazione dai mali di un presente disamorato, ma anche e soprattutto alla distruzione dei suoi luoghi comuni, per oltrepassare giudizi prêt-à-porter e valori dissacrati perché perbenisticamente limitati. Ora il ritmo si fa quasi reggae nel ritornello di Immobile, prima di un’accelerazione disco molto 80’s, mentre il piano in apertura è voce pensosa e i synths soffiano le vibrazioni raffinate di un’aria ferma, che si gonfia di vapori malinconici e quasi onirici; ora infine il ritmo rallenta, come ne L’illusione del sogno, impreziosita dal flauto indiano e con cadenze splendidamente meste, o nella ballata elettronica Sono felice, piccolo scrigno, incastonato di chitarre dolenti e synths struggenti, per la ricetta della felicità, riposta nel coraggio di fare ciò che si sente ed essere ciò che si è, superando censure e paure.
L’elettronica suadente e finemente orchestrata di Luca Urbani, affiancato quasi in tutti i brani da Hellzapop come produttore e/o musicista, nonché paroliere dell’ottimo singolo Chissà mai (forse il brano più melodicamente levigato e concluso del cd, con brevi irruzioni di riff chirurgicamente lancinanti e synths estatici nell’esaltare il brivido della “gioia che non sai”) è un cielo in un rapido movimento così doloroso e inquieto da sembrare statico, a volte ansiogeno, a volte grembo celeste che fa svaporare le tensioni in un abbandono dei filtri, delle convenzioni e delle complicazioni della razionalità (Meglio).
Urbani è da ascoltare. E tenere d’occhio in ogni sua veste, nel suo essere molto al di là dei miti di plastica delle classifiche e dell’elettronica modaiola.