Linda Collins Tied
2021 - Urtovox Records
Uscito per Urtovox Records il 22 gennaio 2021 e pubblicato anche in vinile a metà febbraio, Tied è il disco d'esordio del collettivo torinese Linda Collins, un progetto a più mani e voci dove collaborano attivamente membri già noti nel circuito alternativo della capitale piemontese con i rispettivi progetti, uno su tutti gli Olla, ma anche Caplan, Neverwhere, Jackeyed, Karin Nygren e il trombettista Ramon Moro.
Annunciato lo scorso novembre dal singolo First Step #1, il cui video è composto da materiale in super8 recuperato appositamente per dare la sensazione del passato, Federico Babbo, ovvero Jackeyed assieme a Karin Nygren, voce femminile pulita e cristallina e al basso di Luigi De Palma raccontano in chiave quasi post rock uno dei temi centrali dell'album, il pensiero di potersi perdere. Assistiamo a un dialogo tra due solitudini che si incontrano sospese tra le loro voci e l'effetto etereo della musica.
Ci muoviamo in diversi ambiti: wave, indietronica, glitch pop, percorsi analogici e percorsi digitali evidenziati dal synth di Massimiliano Esposito, terreni che ricordano Zero7 e Notwist, un respiro decisamente internazionale in cui i dettagli sonori sono curatissimi e talmente numerosi che non basta un solo ascolto per coglierli tutti: a ogni passaggio esce fuori qualcosa di sorprendente e inizialmente non notato. Parliamo di dieci tracce dalla vena malinconica e notturna con chitarre liquide che ci portano a pensare al post rock ma con effetti elettronici che virano anche sul trip-hop, fino a spingersi al dub: la tromba di Ramon Moro (che interviene in tre brani) è oscura e ricca di sfumature e di visioni prestandosi perfettamente in questa chiave nell'unico strumentale dell'album, For Linda.
Altro singolo con video che ha preceduto l'album è Sometimes, un rimando ai diversi modi di essere distanti eppure uniti in un modo che pare l'unico possibile e necessario; questo tema dello spazio che intercorre tra le cose e le persone è una costante già esplorata da Babbo con i dischi a nome Jackeyed. Nel presentare il pezzo, lui stesso lo ha definito <>. Di nuovo abbiamo la tromba di Moro a evidenziare questo senso di solitudine assieme a una voce quasi sussurrata, usata sapientemente.
Sostanzialmente il disco è cristallizzato nel tempo ad una dimensione nostalgica ed onirica, una dimensione non databile o descrivibile se non coi colori della notte che tutta via non mette angoscia e non soffoca.
A volte questa sensibilità emerge delicatissima, accompagnata da bassi incisivi che non incidono sulla calma totale e il distacco come in First Step #2, cantata da Savantpunk, che definirei bucolica, quasi acustica, con un flauto traverso che accentua una certa armonia.
Linee morbide anche in pezzi come Blindfolded e Kids #2 dove Karin Nygren dà il suo meglio: la prima mi ha fatto ricordare qualcosa che si colloca a metà tra i Morcheeba e Fever Ray, mentre la seconda ha una sezione ritmica ottima, di quelle che accompagnano il canto senza predominare pur facendosi sentire forti e chiare.
Menzione anche per Overrated #1, cantata da Neverwhere (bassista anche dei Caplan), per la differenza di voce, più cupa e tuttavia calda e Overrated #2, remixata e prodotta da Arnoux: i bassi sono evidenziati, il tono si fa ancora più urbano e notturno, questo forse l'unico punto meno morbido rispetto al resto ma senza dubbio interessante.
Tied racconta la solitudine ma emerge paradossalmente dalla collettività del lavoro di gruppo: un album crepuscolare, valido ogni volta che il cielo è grigio e i lampioni accesi prendono il posto della luce del sole.