Larkin Poe KIN
2014 - Proper Music / IRD
C'era una volta un amabile e solare giovane talentuoso di nome Edgar Allan Poe. Edgar aveva un lontano cugino, tale Larkin Poe, il quale era solito trascorrere le sue giornate guidando i carri durante la Guerra Civile Americana. Larkin sopravvisse, mise su famiglia, i figli dei suoi figli misero su famiglia e così via, finché non vennero alla luce le bellissime Rebecca e Megan Lovell, in arte (e in onore dell'antenato) Larkin Poe.
Svezzate musicalmente da giovanissime - 16 anni la prima e 14 la seconda – le sorelle Lovell esordiscono da cantanti/strumentiste esibendosi dal vivo in un trio bluegrass. Sfaldatosi nel 2009, questo lascia spazio all'attuale formazione, che dal 2010 al 2013 produce ben 5 Ep riscuotendo un modesto successo di pubblico e critica. Il vero salto di qualità porta l'ingombrante firma di T Bone Burnett, il quale assolda le due cantanti in qualità di coriste in occasione di un tributo a Bob Dylan. Lì notate da un certo Elvis Costello, durante l'estate 2014 le giovani si ritrovano persino a condividerne il palco.
KIN, primo album ufficiale delle Larkin Poe, poco ci racconta del passato musicale di Rebecca (chitarra, mandolino e voce) e Megan (lap steel, dobro e voce). La purezza delle origini che incarnava alla perfezione l'autoctono stile country e quella autenticità istintiva di Long Hard Fall vengono soppiantate quasi definitivamente. A prenderne il posto è un sound potente e a tratti aggressivo, che nelle sue più riuscite manifestazioni dà l'impressione che KT Tunstall abbia preso in prestito la pedaliera di Mr. Jack White e abbia deciso di immergersi da capo a piedi nelle acque del Mississippi (vedi Jailbreak, il brano migliore del disco).
Lo scorrere delle tracce non fa che confermare il rinnovamento sonoro che le due sorelle hanno deciso di mettere in piedi, aprendosi a sonorità moderne e - forse più correttamente - “alla moda”. Lo confermano l'intrigante incastro tra un cantato delicato e limpido e il tessuto sonoro roots in Stubborn Love, il gioco delle due voci in Dandelion, il cui intreccio richiama le atmosfere trip-hop di Massive Attack e Tricky e il cantato blues-rap di Elephant.
Il roots-rock declinato in mille e più sorprendenti accezioni e confezionato in maniera intelligentemente pop fa di KIN un album che funziona e che si presta ad una fascia decisamente ampia di pubblico.
Dall'alto dei loro 23 e 25 anni è probabile che le due sorella della Georgia ci riserveranno piacevoli sorprese.