Junkfood & Enrico Gabrielli Italian Masters
2016 - Cinedelic
Se esiste un genere musicale di cui l'Italia può fregiarsi di essere stata la più grande produttrice (qualitativamente ma anche, proporzionalmente, quantitativamente) sono le colonne sonore.
Questo in quanto, da musica di accompagnamento alle immagini sullo schermo, le colonne sonore si erano rese autonome e di pari dignità -se non maggiore, in alcuni casi- alla pellicola che supportavano. Si stava facendo largo una nuova scuola di compositori che affondava le radici nelle sperimentazioni contemporanee (un nome su tutti: John Cage) e nel jazz, genere che nell'Italia neo-realista e post-autarchia fascista era ancora visto, tra i '50 e i '60, se non come un pericolo, come una musica ed un life style da 'debosciati', tra il delinquenziale e il nullafacente.
Quale sia stata la genesi di questo filone, lo racconta la Storia: due giovani che non si vedevano dalle scuole elementari si incontrano a casa di Ennio, compositore ed arrangiatore per la RCA; questi fa sentire a Sergio, regista di peplum, un vecchio brano di Woody Guthrie che aveva riarrangiato per un cantante americano. In breve, questa fu la genesi del leggendario tema di Per un pugno di dollari, firmata Ennio Morricone.
Da quell'iconico connubio pellicola/musica (a posteriori definita da Morricone come una delle peggiori della propria carriera) nacque un floridissimo momento per le colonne sonore, che trovò i suoi campioni, oltre che nel già citato Morricone, in compositori del calibro di Bacalov, Piccioni, Ortolani, Umiliani, Trovajoli.
Proprio questi ultimi due (oltre, ovviamente, al divo Morricone) sono stati omaggiati dal quartetto dei Junkfood, che insieme ad Enrico Gabrielli -uno che sa bene come rileggere le grandi colonne sonore all'italiana- ci regalano Italian Masters, una raccolta dei loro ultimi 3 EP dove vengono omaggiati i grandi maestri di cui si parlava prima.
Il suono del disco è fedele alle atmosfere delle composizioni originali, pure senza essere banali omaggi: i pezzi vengono riletti alla base di un suono moderno ed originale, aggiungendo e sottraendo suggestioni e particolari nel più totale rispetto. Dal leggendario tema di Per un pugno di dollari, all'adrenalina di Gassman Blues, passando per il jazz di Masquerade e la psichedelia di Eat It, i momenti memorabili non si lasceranno attendere per tutto il disco.
Oltre a questo, va aggiunta un'altra nota importante: nei credits del disco si fa notare Edda Dall'Orso, musa di Morricone (sua la celestiale voce di Ecstasy of Gold, uno dei punti più alti della carriera del Maestro romano) che presta la voce al tema di C'eravamo tanto amati.
Seppure concepita come opera destinata ad un pubblico di cinefili, Italian Masters è un disco che meriterebbe le attenzioni di un pubblico sempre più grande. Bravissimi i Junkfood, impeccabile come sempre Gabrielli, bella (e non scontata) la scelta delle re interpretazioni. Un pezzo di storia dell'eccellenza italiana forse un po' troppo sottovalutato.