John Surman Flashpoint: NDR Jazz Workshop – April 1969
2011 - Cuneiform
Flashpoint: NDR Jazz Workshop – April 1969, questo il titolo dell’album (Cd e Dvd in unica confezione a prezzo speciale) che è la riproposizione di una ripresa audio e video di una emittente tedesca, che invitava musicisti di fama a suonare in un workshop con musicisti “di casa”, come fossero delle prove aperte, con musicisti che chiedono informazioni sulla esecuzione e il band leader, o il compositore, che ne spiega il senso o lo sviluppo degli assoli. Tutto vero come vero è lo straordinario interplay dei musicisti britannici presenti in questo lavoro che, in quel momento, si conoscevano benissimo da tempo e da poco avevano ultimato la registrazione del secondo album di Surman.
Si inizia con Mayflower, composizione di stampo coltraniano di Surman, con il basso e la batteria che partono solidi seguiti dalla band al completo che espone il tema e quindi la giravolta di soli, contrappuntati da una bella orchestrazione, con l’iniziale Surman al soprano seguito da Mikey Osborne al sax alto e dal pianista austriaco Fritz Pauer. La compattezza e la caratura dei musicisti lascia sbalorditi. Una macchina sonora di dieci elementi praticamente perfetta!
Parte Once Upon A Time, una ninna nanna dedicata alla figlia di Alan Skidmore, e, al lirismo del tema fa’ seguito il grande solo di un giovanissimo, ma già ispirato, Kenny Weller che, dopo aver lasciato respirare il brano qualche battuta, si produce in alcuni fraseggi intesi e veloci che introducono il torrenziale inizio d’assolo del “papà” Alan Skidmore al sax tenore.
Il terzo brano è del trombonista austriaco Erich Keinschuster, uno dei due ospiti “locali” del workshop assieme al pianista Fritz Pauer, e l’intricatissimo tema è svolto con una pulizia e forza inaspettati (e per fortuna è possibile cogliere nel Dvd lo scambio di battute in cui il compositore chiede al band leader di non staccarlo troppo veloce!). Sono i due trombonisti, Keinschuster e Malcolm Griffiths,a passarsi il solo che sconfina in frammenti free prima dei break di batteria di Alan Jackson dove però l’entrata del tema, pur apparendomi perfetta, sembra non convincere più di tanto l’autore.
Arriva un po’ di relax con un bel tema in ¾ del pianista austriaco. In Gratuliere Surman è protagonista al soprano con un solo pieno di poesia cui fanno seguito gli intensi Kleinschuster, Scott e Miller. Ma è con la conclusiva Flashpoint che si va in pieno a respirare l’aria dei tempi. La declinazione del free fatta dai giovani leoni del jazz inglese è in questi turbolenti minuti. Sentirli e, soprattutto, vederli è una potente macchina del tempo che rimanda ad una intensità di intenzione e suono che definisce in modo preciso una attitudine (quella attitudine) fatta di grande tecnica, interplay e passione. Dal magma sonoro alla frenesia ritmica, dalla free form ad una serie di assoli brucianti per intensità e passione. Sono sicuro quindi che questa realizzazione della Cuneiform appassionerà chiunque chieda alla musica forma e sostanza, libertà e organizzazione, intelligenza e visionarietà; musica fresca ed attuale nonostante i suoi quasi quarant’anni.