Joe Barbieri Respiro
2012 - Microcosmo dischi
Allora, ecco questo “respiro”, caleidoscopio di melodie alte, che conferma ancora una volta un grande talento. E, a differenza di tanti album di musica leggera, non sono solo gli ospiti d'eccezione (Fabrizio Bosso, Jorge Drexler, Stefano Bollani tra i vari) a rendere migliore il lavoro di Joe Barbieri ma è la sonorità, o meglio la parola svelata che si fa suono, a impreziosire questo disco. C'è tutto un mondo in queste tracce lasciate incustodite da Joe, la spensieratezza di Jorge Amado, il calore di Caetano Veloso, l'assenza del fado ascoltato nelle tascas di Lisbona, le labbra mai appoggiate sulla bocca della donna amata, impossibile da raggiungere e avere.
Ogni volta che si riascoltano questi brani, non si riescono a intravedere i confini del paesaggio conquistato e negato da Joe, che dà vertigini, infreddolisce come un quadro di Friedrich, entra dentro e imprigiona. Talvolta è un bolero (Scusami), altre volte una milonga crudele (Le milonghe del sabato), che la voce di Gianmaria Testa contribuisce ad affondare, coltello contro petto, nel cuore. Alla fine, poi, quel regalo di cui non si può fare a meno, Il balconcino del quinto piano, un piccolo ritratto, un momento d'oblio.
L'attesa è un incantesimo e durante ci si abbandona a tante piccole cose, dei diversivi, buoni solo per evitare di starsene in poltrona, senza muoversi. Chi ha letto Barthes sa che è una delle condizioni dell'innamorato ma chi vi scrive aggiunge che è anche una delle condizioni dell'appassionato di musica, nell'attesa del disco capace di dialogare col suo cuore.