Jesper Lindell Before the Sun
2024 - GG Records/Border
qui, nel report di un infuocato live, lo scorso luglio, e già allora era chiaro che il musicista, non ancora trentenne, aveva la stoffa per dimostrare il proprio valore sulla lunga distanza. Lindell ha una storia emozionante e coinvolgente: a 13 anni, era il giocatore di calcio più talentuoso della sua città, ma, in seguito a un brutto infortunio di gioco, fu costretto a trascorrere un lungo periodo sulla sedia a rotelle. Il fratello maggiore, per consolarlo, gli insegnò qualche accordo sulla chitarra, e così la passione crebbe, fino a diventare un vero e proprio impegno. In seguito, una grave congenita disfunzione renale lo costrinse in dialisi in attesa di un trapianto, poi donato dal padre, che gli fece superare i momenti bui; dall'esperienza il cantautore emerse con una rinnovata speranza, che si fa ancora più evidente in questo disco.
Dopo una serie di fortunate esibizioni con la violinista di Bob Dylan, Scarlet Rivera, Lindell arriva infatti con Before the Sun, dal sound deliziosamente vintage, grazie anche agli amplificatori e agli strumenti dell’epoca, che ricreano l'atmosfera di The Band, con un mix intrigante tra soul, blues, country rock, che contribuì al successo del celeberrimo gruppo.
Alla batteria c’è Simon Wilhelmsson, al basso suo fratello Anton Lindell; Jimmy Reimers suona la chitarra elettrica e il violino e poi ci sono ben due tastieristi: Carlos Lindvall, pianoforte, e Rasmus Fors, che suona una vecchia Crumar con tanto di Leslie. La ciliegina sulla torta è la sezione fiati, diretta dallo stesso Fors, e composta da Christer Falk (sax), Mimmi Anterot (tromba) e Markus Ahlberg (trombone). Una band composta da amici musicisti, che hanno percorso parte della strada con Lindell, lo conoscono bene, e sanno interpretarne ogni sfumatura; il risultato è un lavoro compatto, coeso, che presenta testi dello stesso autore, che per la musica si avvale di Fors, in quattro brani, e che propone anche un'intensa reinterpretazione di un brano (1971) dell'album di debutto dei Thin Lizzy, Honesty is No Excuse, un omaggio in tre quarti al loro tormentato leader, Phil Lynott.
Scelta originale e profonda, che testimonia l'attenzione di Lindell per i travagli esistenziali, e insieme per la spinta alla speranza, che il cantautore ha sperimentato in prima persona, e che emerge dai testi della dolcissima A Little Light in the Dark, One of These Rainy Days, in cui spiccano i fiati sul tappeto intessuto dal piano, o la frizzante Good Evening, che ci riporta ad atmosfere alla Dr.John, mentre Howlin è sostenuta da fiati potentissimi di chiara matrice bluesbrothersiana.
Momento altissimo è Never Gonna Last, dall'incedere tra Springsteen e Zevon, con una sorta di coro gospel che dà sostanza a una riflessione amara, ma potente, sulla vita: "Outside my window the sun is going up /So let's just try to make the best of it /And soon these days will be long gone and in the past /But for now I settle down and take it easy". Anche l'intervento della voce della giovane stella country emergente Kassi Valazza in A Strange Goodbye, che, con la sua voce alla Judy Collins, dona un tocco personale alla più classica delle ballads Americana, resta tra le chicche di un disco composto da dieci potenziali singoli, tanta è la forza che si sprigiona da ciascuna delle tracce.
Prima di Before the Sun c'è Twilight, e questo è il titolo del disco precedente di Lindell; ma il crepuscolo che precede la luce non ci rassicura che il sole arrivi davvero. Invece, questo titolo promette l'arrivo del sole, e l'ascolto accende il nostro cuore di energia e fiducia. Aspettiamo presto il musicista in tour, lo spazio ideale per apprezzare completamente la sua stoffa.
Di Jesper Lindell, astro nascente del rock svedese, avevamo già scritto Dopo una serie di fortunate esibizioni con la violinista di Bob Dylan, Scarlet Rivera, Lindell arriva infatti con Before the Sun, dal sound deliziosamente vintage, grazie anche agli amplificatori e agli strumenti dell’epoca, che ricreano l'atmosfera di The Band, con un mix intrigante tra soul, blues, country rock, che contribuì al successo del celeberrimo gruppo.
Alla batteria c’è Simon Wilhelmsson, al basso suo fratello Anton Lindell; Jimmy Reimers suona la chitarra elettrica e il violino e poi ci sono ben due tastieristi: Carlos Lindvall, pianoforte, e Rasmus Fors, che suona una vecchia Crumar con tanto di Leslie. La ciliegina sulla torta è la sezione fiati, diretta dallo stesso Fors, e composta da Christer Falk (sax), Mimmi Anterot (tromba) e Markus Ahlberg (trombone). Una band composta da amici musicisti, che hanno percorso parte della strada con Lindell, lo conoscono bene, e sanno interpretarne ogni sfumatura; il risultato è un lavoro compatto, coeso, che presenta testi dello stesso autore, che per la musica si avvale di Fors, in quattro brani, e che propone anche un'intensa reinterpretazione di un brano (1971) dell'album di debutto dei Thin Lizzy, Honesty is No Excuse, un omaggio in tre quarti al loro tormentato leader, Phil Lynott.
Scelta originale e profonda, che testimonia l'attenzione di Lindell per i travagli esistenziali, e insieme per la spinta alla speranza, che il cantautore ha sperimentato in prima persona, e che emerge dai testi della dolcissima A Little Light in the Dark, One of These Rainy Days, in cui spiccano i fiati sul tappeto intessuto dal piano, o la frizzante Good Evening, che ci riporta ad atmosfere alla Dr.John, mentre Howlin è sostenuta da fiati potentissimi di chiara matrice bluesbrothersiana.
Momento altissimo è Never Gonna Last, dall'incedere tra Springsteen e Zevon, con una sorta di coro gospel che dà sostanza a una riflessione amara, ma potente, sulla vita: "Outside my window the sun is going up /So let's just try to make the best of it /And soon these days will be long gone and in the past /But for now I settle down and take it easy". Anche l'intervento della voce della giovane stella country emergente Kassi Valazza in A Strange Goodbye, che, con la sua voce alla Judy Collins, dona un tocco personale alla più classica delle ballads Americana, resta tra le chicche di un disco composto da dieci potenziali singoli, tanta è la forza che si sprigiona da ciascuna delle tracce.
Prima di Before the Sun c'è Twilight, e questo è il titolo del disco precedente di Lindell; ma il crepuscolo che precede la luce non ci rassicura che il sole arrivi davvero. Invece, questo titolo promette l'arrivo del sole, e l'ascolto accende il nostro cuore di energia e fiducia. Aspettiamo presto il musicista in tour, lo spazio ideale per apprezzare completamente la sua stoffa.