James McMurtry Complicated Game
2015 - Complicated Game/Blue Rose Records /IRD
Passati sette anni instancabilmente trascorsi on the road, il nostro James ci consegna il suo lavoro più maturo, un’ottima prova dai toni caldi e riflessivi in cui, messe da parte le invettive politiche, dispiega tutto il suo talento di fine osservatore e conoscitore delle vicende umane. Complicated Game è quanto di meglio potessimo aspettarci, una sorta di compendio del suo personalissimo stile lasciato decantare al vaglio del tempo per poterne gustare il prezioso bouquet di aromi. Il suono è cambiato e il vigore elettrico che gli conoscevamo viene ora sostituito dall’armamentario acustico preso in prestito dalla tradizione; chitarra, banjo e mandolino sono il legame con la terra, con le proprie radici, rappresentano il senso di appartenenza cui aggrapparsi per affrontare lo smarrimento dovuto a una crisi non solo economica ma soprattutto morale. Ciò che lo caratterizza è l’empatia con cui racconta le storie di persone comuni alle prese con le piccole grandi difficoltà quotidiane, un’attenzione alla costruzione del racconto che trovo simile nei modi allo sguardo compassionevole di Lucinda Williams.
L’impatto è molto forte e la tensione emotiva è trainata da una voce mai così bella e intensa che si insinua sottopelle come un mantra. Se Too Long in the Wasteland era dettato dall’impeto giovanile di chi vuole ancora conquistare il mondo, Complicated Game, all’opposto, è il frutto di chi ha già conosciuto gli alti e bassi della vita e perciò riflette su di essa con la forza dell’esperienza. Senso di sconfitta, cinismo e disillusione sono gli ingredienti principali, insieme all’insoddisfazione di quanti sono cresciuti in fretta senza riconoscersi in alcun luogo e hanno venduto tutto per nascondersi ai margini di una costa dimenticata. “E’ difficile non imprecare quando il mondo è più grande di noi e tutto quello che abbiamo è l’orgoglio e la fiducia nella nostra gente.” La vita è così, un gioco complicato che affrontiamo senza conoscerne la mappa. E’ l’America rurale a sfilare, indaffarata tra pescatori illegali per far quadrare i conti, cacciatori, allevatori sconfitti dalle avversità e okie smarriti nel traffico di Long Island. Non resta che rifugiarsi nel privato delle relazioni sentimentali, unico argine alla fatica di vivere: “quando mi sveglio la notte in preda al panico e mi stringi così forte al petto, il tuo respiro sulla mia pelle mi riporta indietro fino a quando posso riposare leggero.”
I racconti brevi di Complicated Game prendono vita sottoforma di ballate mid-tempo sospese tra l’essenzialità folk di Copper Canteen e South Dakota, i dondolii blues di Forgotten Coast, le reminescenze country di Deaver’s Crossing e i minimalismi rock di These Things I’ve Come to Know, risolti in arrangiamenti stringati e mai eccessivamente roots. Il singolo How’m I Gonna Find You Now è l’episodio più modernista del lotto con l’ampio uso di campionature e un talkin’ spiazzante, mentre le cornamuse di Long Island Sound spostano all’indietro le lancette del tempo spruzzando d’Irlanda la melodia arcana del brano.
James McMurtry sa giocare bene le sue carte, questo lavoro ne è la prova! La scrittura solida, la tensione ideale, l’attenzione ai particolari, la musicalità asciutta estremamente personale sono elementi che collocano Complicated Game sul podio più alto insieme a Too Long in the Wasteland.