
James Maddock Night Work
2023 - autoprodotto (distribuzione IRD)
Il momento magico di canzoni come When The Sun’s Out, Chance, Fragile, Beautiful Now, Stars Align, Wake Up and Dream, Sunrise On Avenue C. e album come Sunrise On Avenue C (Casa Del Fuego, 2009), Live At Rockwood Music Hall (Casa Del Fuego, 2010), Wake Up and Dream (Casa Del Fuego, 2011), Live In Italy 2012 (gennaio 2012), Live in Chiari - official bootleg, promo, 2012), James Maddock & David Immergluck (2012), Another Life (Casa Del Fuego, 2013) è passato. Sono trascorsi da allora almeno dieci anni ed il nostro eroe è ancora sulla breccia, almeno per noi.
Altri album nel frattempo sono stati pubblicati e James Maddock sa farsi voler bene con il suo savoir faire, con quel suo modo di essere, gentile, pacato, raffinato, con il suo sorriso e con quella voce roca da farci impazzire.
James Maddock e io negli anni ci mandiamo i saluti, salutami Willie Nile e salutami soprattutto Garland Jeffreys (amici cari comuni), ecco i nostri colloqui e varie confidenze, come se lui fosse un amico da sempre e per sempre.
Ora James Maddock torna con un nuovo album intitolato Night Work, che propone dodici brani, per lo più dalla vivace atmosfera rock, composti a Brooklyn in appena tre settimane nell’autunno del 2022. Night Work fa proprio riferimento alla scrittura dei brani, che, nel caso del cantautore, avviene soprattutto di notte. A quella fase sono seguiti mesi in cui Maddock ha radunato una band che stavolta comprende amici sia della Grande Mela che londinesi.
Questi ultimi, in particolare, ci riportano al passato di Maddock e agli esordi con gli Wood. Infatti il caso ha voluto che il batterista della band Steve Jackson abbia contattato James proprio a cavallo tra la scrittura e la registrazione dell’album, informandolo di aver allestito un piccolo studio. Maddock ha così coinvolto non solo lui, ma anche il bassista dei Wood James O’Malley, creando un disco che sembra quasi tracciare la mappa del suo percorso musicale.
Con lui ci sono altri musicisti navigati come Drew Mortali al basso e cori per l’occasione o il piccolo genio e virtuoso Brian Mitchell alle tastiere.
Molto seguito anche nel nostro Paese, Maddock torna alle sue origini, alla ballata elettrica, alla canzone rock con influenze roots ed “americana”. Night Work è un disco prezioso.
Lavender Blue è una ballata con tanto di violino suonato da Heather Hardy, il piano e organo di James Hallawell e il mandolino di Bill Newsinger. Breezy di oltre cinque minuti è bellissima, con Ben Stivers alle tastiere, un brano che vale l’album, tout court.
Love Ain’t Real è una melodia che gli ronzava in mente da molti anni e finalmente si è concretizzata e materializzata nel disco.
Unfinished Business (piccolo capolavoro) con una intro e un riff impeccabile con Steve Jackson alla batteria e percussioni, James Halawell superbo alle tastiere sembra uscita da un disco degli Steely Dan.
Si chiude con Ordinary People di oltre 6 minuti, che ci fa restare in pace con sé stessi pensando ad un artista come James Maddock che dobbiamo preservare, coltivare, seguire, incoraggiare e amare per il suo essere, la sua meravigliosa voce roca e le sue ballate senza fine e senza fiato.