J. Sintoni A Better Man
2012 - JS / cdbaby
J. Sintoni è un chitarrista italiano sulle scene da diversi anni e che ho avuto recentemente modo di apprezzare durante la tournée di Grayson Capps lo scorso mese di marzo . J. Sintoni ha all’attivo due cd, il primo The Red Suit pubblicato nel 2007 è entrato anche nella Top50 della Roots Music Reports, classifica dei 50 album di blues più apprezzati negli USA ed il secondo A Better Man, oggetto di questa recensione, è uscito nel tardo 2012. I brani sono tutti opera di J. Sintoni con la sola eccezione di Lady is a Carpenter (Hot glue), scritta a quattro mani assieme a Jon Cottonwood. La struttura del gruppo di J.Sintoni è il classico power trio con J.Sintoni alle chitarre (Fender Telecaster e Statocaster, Gibson Les Paul Goldtop e Les Paul Custom, un’Ibanez semihollow body, una Martin e una Repubblic Resophonic), Andrea Taravelli al basso e Carmine Bloisi alla batteria, mentre in un paio di occasioni si inserisce Andrea Spadaro al piano Fender Rhodes.
A better man, la traccia che da il nome all' intero disco rende stilisticamente omaggio alle radici musicali apertamente "hendrixiane" e "vaughaniane", dimostrando comunque di averne appreso la lezione facendola propria, senza scivolare nella citazione scolastica. In Don't wanna be nice Sintoni si concentra molto di più sul groove con il risultato di ottenere un’atmosfera molto scura, abbastanza funk e blues che ricorda molto l’Hendrix di People Hell and Angels, ma in questo caso l’artista romagnolo ha un alibi di ferro perché il suo cd è uscito sei mesi prima di quello di Hendrix ! (mi viene da ridere..). Cambio radicale di atmosfera con Consequence, una brano molto bello, più simile ad classica ballata rock piuttosto che ad un blues, con una serie di overdubs di chitarra, che sembrano riconcorrersi . Segue The lady is a carpenter (hot glue) e il groove torna a prevalere sulle atmosfere, dando vita ad un funky con richiami blues nella partitura della lead guitar, ma con un risultato comunque più rilassato del sopracitato Don't wanna be nice. E’ di nuovo l’atmosfera di uno slow blues a prevalere con Love should never lose, in cui i fraseggi solisti sono la dominante del pezzo, decisamene ben riuscito. Il successivo Good vibe è di nuovo un funky con un groove veramente trascinante, impreziosito da un bell’assolo in cui J.Sintoni dimostra di dominare molto bene il pedale wha-wha. The wish è un rock blues graffiante che alterna brevi fraseggi alla slide con un robusti assoli.
Get down, è un brano molto coinvolgente che si apre con le sonorità acustiche della chitarra Martin, anche se poi l’electric guitar torna protagonista con una serie di assoli decisamente più rock che blues. Molto belli i due brani conclusivi Two feet, un rock blues dal ritmo trascinante, senza fronzoli, che arriva diretto all’ascoltatore e lo coinvolge completamente, e Song for Stevie and Jimi che, come la titletrack, rielabora in modo personale il classico stile di SRV. Senza soluzione di continuità si inserisce alla fine un testo recitato e in parte cantato da Francesca Biondi con il sottofondo della Repubblic Resophonic del nostro, conclusione molto intimista in contrasto con il sound decisamente più ruvido e graffiante di gran parte del cd.
Complessivamente un lavoro di pregevole fattura, J. Sintoni domina egregiamente la chitarra e riesce a far vibrare anche le corde dell’ascoltatore. Un lavoro che sicuramente piacerà agli appassionati di rock blues!