Heart-Shaped Mountain<small></small>
Rock Internazionale • Folk

Ha Ha Tonka Heart-Shaped Mountain

2017 - Bloodshot Records / IRD

10/04/2017 di Pietro Cozzi

#Ha Ha Tonka#Rock Internazionale#Folk #indie folk #mainstream folk #Missouri #West Plains #Arkansas #Ozark Mountains #Brett Anderson #James Cleare #Lucas Long #Mike Reilly #Brian Roberts #Mumford & Sons

Ha Ha Tonka è il nome di un grande parco naturale statale del Missouri, costellato di grotte, doline e dei più svariati fenomeni carsici, nel cuore delle Ozark Mountains. Più che montagne, le Ozark sono un vasto altopiano che tocca gli 800 metri di quota, dove questo quintetto di West Plains ha piantato le sue radici fin dall'esordio discografico del 2007, Buckle in the Bible Belt. E un “cuore a forma di montagna” è l'immagine-guida di questo quinto lavoro, un risultato insperato (“Who ever thought we would get to make 5 albums?”), un disco sull'amore che dall'approccio tradizionalista e campagnolo si muove musicalmente verso orizzonti più ampi, capaci di abbracciare un pubblico eterogeneo. Territoriali e localisti finché si vuole (c'è anche un brano che si chiama Arkansas), gli Ha Ha Tonka si agganciano a una corrente mainstream-folk che ha nei Mumford & Sons l'evidenza più clamorosa (basta ascoltare l'attacco di The Party), senza disdegnare qualche concessione al pop. Al centro degli arrangiamenti ci sono le armonie vocali tra i cinque, un intreccio ben riuscito e dotato di uno slancio epico che rappresenta l'aspetto più riuscito del disco. Il suono, che si concentra su timbriche alte, gioca con gli strumenti della tradizione, di volta in volta svelati o nascosti dalle chitarre elettriche: le “notine” squillanti, da saloon, del piano verticale; il colore folcloristico dell'Ozark harp (molto simile al nostrano scacciapensieri); l'immancabile mandolino, che prende il sopravvento nella corale e comunitaria Favor.

Ma quest'ultimo è solo un episodio: nel complesso, Heart-Shaped Mountain segna un ulteriore passo verso una musica meno rootsy, più aperta ad altre influenze, e in poco più di mezz'ora sfoggia anche qualche buona canzone, perché certo agli Ha Ha Tonka non difettano di impegno e personalità. Everything, cullata dagli arpeggi cristallini delle chitarre, sembra uscire dalla penna delicata di un Tom Petty; una ballata killer, corredata da un video dove i cinque suonano scivolando placidamente sullo Spring River, in Arkansas. È la seconda traccia del disco, racchiusa tra Race To The Bottom, che richiama lo stile dei Kings Of Leon, e All With You, che invece evoca, soprattutto nelle strofe, struggenti malinconie da pop inglese, con una smaccata deriva coldplayana (da Coldplay, sì proprio loro!) nel ritornello. Vale la pena resistere oltre? Sicuramente sì, perché i pezzi successivi rivelano le doti canore d'insieme del gruppo, di cui si faceva cenno all'inizio; gli impasti vocali di Going That Way e Height Of My Fears, che accompagnano impetuosi crescendo, hanno la forza degli inni da stadio, da cantare a squarciagola. A “tirare” il gruppo è Brian Roberts, sostenuto da Brett Anderson (chitarra e mandolino), Lucas Long (basso), Mike Reilly (batteria) e James Cleare, tastierista polivalente e imprescindibile “collante” sonoro della band. Anomalo è invece l'esperimento di Land Beyond, dove gli Ha Ha Tonka prendono in prestito le liriche di un vecchio gospel, Beyond This Land Of Parting (1876), e le rivestono di un incalzante e strambo ritmo simil-disco.

Opera imperfetta e un po' leggera, Heart-Shaped Mountain ha il pregio dell'entusiamo che sostiene un'indubbia capacità di scrittura. Per averne una sorprendente conferma basta godersi la finale Telluride, il brano più scuro e intenso, di taglio cantautorale e sporcato da decise influenze southern. È una prova abbastanza avulsa dal resto, e suona come un congedo benaugurante per il futuro.

 

Track List

  • Race To The Bottom
  • Everything
  • All With You
  • Going That Way
  • Height Of My Fears
  • Land Beyond
  • The Party
  • Arkansas
  • Favor
  • Telluride

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