Guappecartò Sambol - Amore migrante
2019 - CSB/Radio France International e distribuito da L`Autre Distribution
La nascita del nuovo progetto Sambol – Amore migrante è casuale e per certi aspetti desiderato, infatti Mirjam Sambol, dopo aver assistito ad un concerto dei Guappecartò, propone di suonare i brani del padre, riarrangiandoli, e talvolta, stravolgendoli, ma restando legati al titolo dell’album, infatti il compositore durante l’esodo da Fiume alla Svezia nel dopoguerra viaggia solo col proprio strumento. Il percorso di questi brani, spesso incompleti, che giungono a noi attualizzati, assume molteplici valori: dalla continuità della musica alla sua universalità, oltre ad un passaggio di testimone di vero amore sia della figlia per il padre, sia dello stesso per la composizione; la partenza da Fiume, con tutte le vicissitudini storiche della città, di questi brani consegnati ad un gruppo nato da “artisti di strada”, racchiude una poesia storico-romantico che giunge con una potenza inebriante all’ascoltatore capace di vivere commozione, travolgimento, forza e struggimento. Il disco, prodotto da Stefano Piro vede la partecipazione di Vincent Segal (violoncello), Daniele Sepe (sassofono), Marzouk Mejri (daf e tar) e di tanti altri musicisti di fama internazionale, fondendo tra loro dal tango ai suoni balcanici, armonicamente, abbattendo le categorie musicali come fossero confini limitanti. Il singolo Vlado, col relativo video diretto da Niki Dell’Anno che termina con “to be continued”, diventa una presentazione del musicista croato che vive di semplicità, passione, una passione dimenticata e vera che si respira continuamente nell’album, ma, anche, di pacifico turbamento come se la vita e l’inquietudine convivessero, trovando la propria dimensione nella liberazione compositiva, una pace raggiunta proprio nell’ultima immagine e, forse, con la morte, ma con le note che continuano a pulsare.
Analogamente a Sambol, anche i Guappecartò, abbandonano la loro terra coi loro strumenti ed il loro amore, riempiendosi di nuovi suoni sensoriali perché riescono, incredibilmente, a soddisfare ogni bisogno, anzi lo creano e lo soddisfano, creando un rapporto totalizzante con l’ascoltatore che può solo restare affascinato da questo progetto, infatti sebbene i Guappecartò affermino di aver dovuto abbandonare “le zone di conforto, a trovarne altre adatte al confronto” l’incontro con le opere incompiute di Sambol rende la produzione di questi musicisti ancora più visibile, leale, confermando la loro espressività che ben si adatterebbe al mondo cinematografico, ma soprattutto evidenziando l’incommensurabile universalità della musica, capace di veicolare tempo, spazio, messaggi ed essere perpetua di vita.