Morning Songs & Midnight Lullabies <small></small>
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Gospel Book Revisited Morning Songs & Midnight Lullabies

2019 - GBR

13/09/2019 di Marcello Matranga

#Gospel Book Revisited#Rock Internazionale#Rock

C’è molta curiosità intorno al primo vero album dei torinesi Gospel Book Revisited, gruppo assurto velocemente ad una discreta fama tra appassionati e critici, in virtù di una buona dose di freschezza dimostrata ampiamente nel live show che li hanno visti calcare i palchi della penisola con sempre maggiore frequenza, frutto di due dischi precedenti che, in realtà, per quanto molto interessanti e piacevoli, giocavano quasi a non voler dimostrare, se non in maniera molto parziale, le qualità e le capacità compositive reali di questa band. Se tornate ai precedenti Won’t You Keep Me Wild? ed al successivo Stay Wild (Live On Tour 2017-2018), il contenuto era incentrato essenzialmente sulla rivisitazione di pezzi altrui, peraltro proposti molto bene e senza orpelli e banalità, andando all’essenza degli stessi, ma aggiungendo quel tocco di personalità che ne aveva fatto la carta vincente per l’approdo a critiche favorevoli e risposte sempre più volte al gradimento da parte degli spettatori del loro concerto. Ma la scrittura personale era rimasta limitata a due soli pezzi: Mary and the Fool e Keep Me Wild. Era quindi tempo che si saggiasse la reale consistenza di una band che intrinseche qualità ne possiede a iosa nella ammaliante voce della giovanissima e poco più  che ventenne Camilla Maina, potente e conturbante in base ai pezzi, ed una presenza scenica in costante divenire, ed nel  chitarrista compositore Umberto Poli, un ragazzo cresciuto ascoltando tanta buona musica, con una passione per band quali i Phish, NMAS, e decine di altre, con uno spettro molto ampio che copre differenti generi musicali. Un’apertura che dimostra grande intelligenza e duttilità.

Doti che emergono nell’atteso Morning Songs & Midnight Lullabies, che abbiamo avuto il piacere di poter ascoltare in anteprima rispetto all’uscita prevista per la fine di Ottobre, autoprodotto dalla band, nato anche grazie al prezioso contributo offerto da una serie di appassionati con l'ormai consueto crowdfunding, mentre la distribuzione digitale sarà curata da Sciopero Records / La contorsionista S.n.c. Edizioni Musicali. Un album piuttosto atteso si scriveva all’inizio, che afferma con ancora più convinzione quanto la band abbia palesato fino ad ora e trovi conferma in un progetto che può dare l’idea che il gruppo abbia svoltato verso sonorità diverse. In realtà il disco, che necessita di diversi ascolti approfonditi per rivelarne interamente la sua essenza profondamente Rock / Blues (essenzialmente), tende ad aprire orizzonti nuovi ed inattesi sia alla band stessa che agli ascoltatori, vivendo in maniera apparentemente autonoma nelle due facciate.

La prima Morning Songs, parte in maniera potentissima con una Tall Tree  che vive sulla chitarra devastante di Umberto Poli, cui fanno da sponda una sezione ritmica decisamente dinamica (Samuel Napoli alla batteria e Gianfranco Nasso al basso) e la voce filtrata di Lady Camilla Maina, che caratterizza il pezzo da par sua, con una classe che ormai le si riconosce. Stones In My Pocket potrebbe essere un singolo devastante per l’andamento circolare del pezzo che si pianta nella testa come un punteruolo e non vi lascia più. Da notare le parti in cui le voci corrono all’unisono, segno che il lavoro fatto sulle armonizzazioni è stato decisamente accurato. A doppiare la voce di Camilla c’è quella di Carola Maina, sorella di Camilla, che a soli 14 (quattordici!) anni, canta con intonazioni che potrebbero farla divenire una grande voce black. Slow Intention vede tornare la voce filtrata della Maina, con un’atmosfera che si arricchisce del Sax tenore di Enrico D’Amico che svolge un lavoro egregio dando al pezzo un apporto eccellente. The World Is Liquid vira dalle parti del Blues Rock con una selvaggia armonica ad appannaggio di un sanguigno Fabrizio Poggi, che impreziosisce un pezzo dall’andamento molto interessante. Shine & Burn mantiene il tasso Rock ad alto livello, ma vira subito verso in ritmo Funk trascinante. Lo stop and go della chitarra di Poli, fiancheggiato dalla sezione ritmica che viaggia all’unisono porta a lasciare spazio alle sole voci che caratterizzano il bridge della canzone. La prima facciata si chiude con le atmosfere di Hard Mama, che segnano l’incontro  tra Tom Waits i Los Lobos e i Gospel Book Revisited. Vi ricordate Stay Awake, il tributo prodotto da Hal Winner dedicato alla musica dei film di Walt Disney dove i lupi interpretavano una fantastica I Wanna Be Like You, e Tom rivedeva il coro dei sette nani in Heigh Ho ? Ecco, il rimando è stato immediatamente a quelle atmosfere. Pezzo geniale a mio avviso, trascinante come pochi. 

Cominciano le Midnight Lullabies, quindi la seconda parte dell'album, e partiamo con il capolavoro del disco, almeno per chi scrive, ovvero la bellissima Mine. Le atmosfere si chetano, la voce di Camilla diviene ancor più ammaliante, e poi arriva Luther Dickinson con la sua Slide “colossale”. Una canzone che scioglie come neve al sole ogni presunta prevenzione critica. Della serie non facciamo prigionieri! Anche perché la truppa schierata non lascia spazio a possibilità di repliche, annoverando anche Maurizio Spandre al piano elettrico, tastierista e pianista storico nonché compagno di liceo con cui Poli suona da sempre avendo fondato insieme i Silvertrane (1997-2010). Maurizio ha suonato anche nei Voodoo Lake (Southern Rock) e, attualmente, è membro nei Wild Boars (Country, Folk), poi Federico Mori ai cori e, nuovamente, Carola Maina. The Key gioca con il velluto che caratterizza la performance vocale di Camilla ed il leggero tappeto musicale srotolato dalla band. Impagabile l’apporto di Flavio Rubatto che si coglie sullo sfondo con il didjeridoo e la kalimba. Fireflies & Butterflies è un vento caldo, secco, dolce, inebriante, che, musicalmente rimanda ad atmosfere vagamente Cooderiane. Brava Cecilia che offre un saggio della sua bravura all'Harp e voce. Gran pezzo. Semplice ma di grande presa. There Comes My Time si distende sul pianoforte suonato dal bravissimo Simone Zoja, disegnando un’arcobaleno di note che "chiamano" l’entrata di una ispiratissima Camilla, regalando una ballata da ricordare nel tempo. Chiude la delicatissima Dreamtime Lullabye in cui  compare la viola suonata dalla Maina. Un pezzo delizioso che pone fine ad un disco che si candida tranquillamente a consacrare definitivamente i Gospel Book Revisited come uno dei nomi di punta, e non solo tra quelli emergenti, della scena Rock italiana.

E per chi scrive Morning Songs & Midnight Lullabies si è già conquistato un posto fra i migliori lavori ascoltati quest’anno.  I Gospel Book Revisited presenteranno il disco allo Spazio Teatro 89 a Milano il prossimo 17 Ottobre, aprendo il concerto dei North Mississippi Allstars, per una serata attesissima. I biglietti sono già disponibili in prevendita. Non mancate!

Per chi volesse pre-ordinare una copia o mettersi in contatto con la band può contattarli  all’indirizzo info@gospelbookrevisited.com.

 

 

Track List

  • Tall Tree
  • Stones In My Pocket
  • Slow Intention
  • The World Is Liquid
  • Shine And Burn
  • Hard Mama
  • Mine
  • The Key
  • Fireflies & Butterflies
  • There Comes My Time
  • Dreamtime Lullabye

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