Things We Lost (ep)<small></small>
Rock Internazionale • Alternative

Gentless3 Things We Lost (ep)

2014 - Viceversa / Audioglobe

01/09/2014 di Andrea Carianni

#Gentless3#Rock Internazionale#Alternative #Folk rock #Slowcore

Potrà valere sicuramente per i monaci e i loro abiti, forse per i libri, ma non di certo per i dischi. Difficile, quindi, andare contro sacri precetti educativi giudicando un EP dalla propria copertina. Specie nel caso di Things We lost, quarto lavoro dei siciliani Gentless3. Alla formazione che abbiamo già avuto modo di apprezzare e che vede Carlo Natoli in testa, Sergio Occhipinti e Sebastiano Cataudo, si aggiunge il prezioso contributo di Luca Andriolo (Dead Cat In A Bag), Fabrizio Cammarata e Fabio Parrinello (Black Eyed Dog).
 
E’ una croce che si erge inequivocabile su una collina, come partorita dalla terra stessa, a dichiararsi senza presentazioni di sorta la protagonista dello foto-copertina scattata da Marco Giambrone. Imponente ed infinitamente pesante se paragonata alla donna che dal basso la contempla. Sta proprio qui la tragicità beffarda ed ironica della perdita: farsi carico del peso tocca proprio a chi di quella perdita non ne è l’oggetto; solo chi resta ne porta la croce.
E’ un duro cammino che inizia dalla fine, ed è proprio da Pay My Dues, ultima traccia dell’EP, che vorrei partire. 
La bellissima ballad è dedicata a Juliane Koepcke, unica sopravvissuta a seguito di un disastro aereo in cui la vigilia di Natale del 1971 persero la vita 91 persone, tra le quali la madre della stessa Juliane. 
La voce spinosa di Fabio Parrinello e la Weissenborn di Fabrizio Cammarata confezionano a dovere i sei minuti e mezzo del brano. 

E' invece la profondità delle corde vocali e strumentali di Luca Andriolo ad aprire l’EP, dando voce agli ultimi pensieri lasciati da uomini condannati a morte, a loro volta raccolti nel documento “Executed Offender’s Last Statement (1982/2014)” pubblicato dal Dipartimento di Giustizia (si fa per dire) del Texas. Non sembra trattarsi esclusivamente di una protest-song contro la pena di morte, ma anche di una definizione del campo semantico in cui Things We Lost scava con prepotenza, rivoltando a fatica zolle pietrificate dal tempo e da quella siccità asfissiante che pervade a folate l'intero lavoro. Death Row Information ti sbatte con lucidità disarmata e disarmante non solo l’essenza della perdita attraverso le parole di decine di uomini sulla soglia dell’esecuzione, ma anche la loro esposizione al pubblico su una tavola pornograficamente imbandita in perfetto stile americano. Un ritmo marciante, ossessivo ed inesorabile, come gli ultimi passi dei condannati che consapevolmente si avviano verso la morte, pervade l’intero brano, mentre il riverbero distorto della voce, quasi rivolgendosi ai meandri sensoriali più profondi dell’ascoltatore, ne accentua il carattere iconico.  

E’ sempre sul solco lasciato dalla medesima croce che si dipanano Mercenary, melanconica e trascinante, e For A Relief, che come l’ultimo sollievo sembra librarsi nell’aria per poi sprofondare sotto il suo stesso peso. 
E a fare da sfondo continua ed essere il paesaggio della copertina: scarno, brullo e minimalista, alla stessa stregua delle campagne ragusane e dei brani che compongono questo prezioso EP. 
Venti minuti e una manciata di secondi levigati a furia di pioggia e lacrime e dalla ruggine protetti e al contempo divorati. Più calibrati, sicuri e soprattutto maturi, rispetto al precedente Speak To The Bones (2012). 

E’ proprio su questo paradigma che vengono declinate le quattro splendide cover a disposizione in free download per chi acquisterà l’EP. Leonard Cohen, Pixies, Joe Lally e Deftones filtrati tramite quel sorprendente macchinario targato Gentless3.

Tutti e otto i brani sembrano ancorati a forza al terreno, come il ‘monumento alla perdita’ in copertina.
E’ la stasi che, nonostante la perenne tensione verso l’alto, non riesce a tradursi in libero movimento; è lo slowcore che si trascina sotto il peso di una croce talmente personale da avanzare pretese universali. Ma è soprattutto un folk-rock in scala di grigi. Perché non occorrono altri colori per dipingere il vuoto lasciato da ciò che abbiamo perso.

Track List

  • Death Row Information
  • Mercenary
  • For A Relief
  • Pay My Dues
  • Suzanne
  • Waves Of Mutilation
  • What Makes You
  • Change (In The House Of Flies)

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Recensione di Annalisa Pruiti Ciarello