Gasparazzo Mo` mo`
2014 - New Model Label
Il gruppo composto da Alessandro Caporossi alla voce, chitarra classica, kazoo, slide whistle, Giancarlo Corcillo alla fisarmonica, Lorenzo Lusvardi alla batteria, Generoso Pierascenzi, alle chitarre, voce, programmazione e campionamento, synth, percussioni povere, marranzano, armonica, sansula e Roberto Salario al basso elettrico, basso acustico, contrabbasso, con questo lavoro prosegue nel percorso musicale fortemente influenzato dal reggae, dallo ska, dal folk, dalla world music, ma anche dalla canzone d’autore.
Musica ibrida quindi con un mix di diversi generi, con riferimenti a Mano Negra e Les Negresses Vertes e gli italiani Modena City Ramblers, Mau Mau, Africa Unite e Statuto.
In questo disco ci sono undici nuove composizioni con luci ed ombre che non aggiungono niente di nuovo alla strada intrapresa dal gruppo.
Ci sono certamente alcune belle canzoni ma quello che in parte non convince è il cambio di tono tra momenti scanzonati e altri decisamente più impegnati che a volte lasciano un po’ perplessi.
Quindi ci sono interessanti brani come l’iniziale Rovesciala, anti inno per i Mondiali, anti razzista in chiave reggae/folk con una bella fisarmonica, Cristo è là, toccante brano dedicato all’uccisione di Federico Aldrovandi , con le parole “…..ancora tante cose ti vorrei dire Federico, ma ce l’hanno interrotto all’alba …” , in gran parte basate su testi scritti dal padre, Lino Aldrovandi , e Centopelle, storia urbana che racconta di ragazzo ribelle di strada che attraversa le epoche, descritto da Collodi in un breve racconto nella raccolta Occhi e nasi, delicato e lento brano tra folk e reggae.
La title track Mo’ Mo’ è un altro buon momento del lavoro, suadente e coi suoi profumi mediterranei e quasi arabi e una melanconica fisarmonica, mentre Michelazzo , scelto come singolo, e Le trombe di Eustachio sono si divertenti e ballabili ma forse sono anche un po’ troppo spensierate.
Il lavoro si chiude con Fondaco, storia (autobiografica?) di una band che suona in una vecchia cantina, scatenata filastrocca tra rock e reggae.
Un disco suonato con passione, con molta energia, non sempre omogeneo, ma comunque piacevole, che piacerà sicuramente agli amanti del reggae e del combat-folk.