Gasparazzo Esiste chi resiste
2014 - New Model Label / Audioglobe
I Gasparazzo, malgrado le lusinghieri intenzioni, chissà. Per adesso mi sembra giochino alquanto in campo avverso: acustici sono acustici, ma sulla sponda musicale questo loro Esiste chi resiste scivola un po’ sull’eclettismo dei generi, che è come parlare una lingua impropria, straniera, non perfettamente adeguata a clima e sostanza dei testi (storie di resistenza “storica”). A questo punto la dico tutta: avrei anche qualche riserva su timbrica e taglio interpretativo di Alessandro Caporossi, più pop che folk, dati anche i “lailalailala” (o, insomma giù di lì) di Campazzo e i “tiri-ta-ta-ra-ta” (più o meno) di Tira (non è che stiano proprio bene in un pezzo strutturato come “di riflessione”). Nessuna sbavatura, per carità, ma la ballata di impegno civile se ne frega dell’intonazione, attenta piuttosto a presa e colore, muscoli e pancia.
Alla luce di tutto ciò Esiste chi resiste è da assumersi come album da pollice verso? Nemmeno sotto tortura rimanderei al mittente un concept a tema unico impegnato come questo (tenuto conto delle vacche magrissime che bivaccano in giro, figurarsi poi): voglio solo mettere le mani avanti provando ad accennare (senza malanimo alcuno, giuro!) perché mi aspettavo di più da un lavoro che sulla carta si presenta come ferro & fuoco e di fatto, insomma, la sfanga d’un soffio sulla scorta delle buone intenzioni. Credo che il timore di scadere nella retorica, combinato allo spauracchio del già detto-sentito, non abbiano giovato alla causa dei Gasparazzo che bravi sono bravi, ma qui eccedono piuttosto che prosciugare.
Il filo rosso tematico di Esiste chi resiste mica lo puoi discutere, discende dritto dritto da un lavoro di ricerca di storie grandi e piccole sulla liberazione nazifascista, il fatto è che dati proprio questa causa e questo pretesto, e dato anche il ben di dio folk messo nel disco - chitarra, volino e fisarmonica in primis - avrei puntato su climi e arrangiamenti più tipici del combat. In altre parole: meno “esotismo” (accordature aperte, capotasto mobile) e maggiore discrezione armonica, della serie “sostegno e valore aggiunto alle parole”. Sono un vecchio dinosauro rompicoglioni che ama dischi da dinosauro per rompicoglioni, che volete farci?, dovrò pur smetterla, prima o poi.