Francesco Garolfi WILD– Musiche per Jack London rivisitato da Davide Sapienza
2015 - Alpes / IRD
“Il lupo risveglia qualcosa nei recessi più profondi di una parte a lungo dimenticata della nostra anima, dove sopravvive un noi più antico…” Non è casuale il fatto che due tra gli intellettuali italiani più lucidi di questi ultimi anni, Marco Paolini e Davide Sapienza, abbiano scelto Jack London e la sua opera per una sua rivisitazione in chiave postmoderna, mescolando suggestioni e derivazioni, in un’ottica di attualizzazione mai banale, ma tesa a recuperare la dimensione autentica di un’opera d’arte. E non è un caso che, in entrambe le situazioni, sia stato naturale ricorrere anche al dialogo fra parola e musica: con Lorenzo Monguzzi nel primo caso, con Francesco Garolfi nel secondo. Entrambi musicisti di vaglia, con trascorsi folk venati di blues, e raffinati artisti, capaci di trasfondere poesia ed impegno nelle loro opere.
Nascono così due progetti teatrali, che si troveranno a coesistere in questo 2015 appena iniziato, ma già fecondo di belle realtà: Ballata di uomini e cani è il titolo dello spettacolo che Paolini sta presentando nei teatri di Italia, tratto da To build a fire. Preparare un fuoco, la cui traduzione italiana è stata curata proprio da Sapienza. La liaison è segno di un tratto comune: Sapienza, uomo della pianura brianzola, che ha deciso, ad un certo punto della sua vita, di andare a vivere in montagna, rincorrendo quel Wild evocato da London, ha dedicato a London traduzioni, studi e pagine critiche, confluiti in uno spettacolo, IL RICHIAMO DI ZANNA BIANCA, con le musiche di Francesco Garolfi a fare da imprescindibile commento alla lettura della sintesi dei due principali romanzi di London, Il richiamo della foresta e Zanna Bianca.
L’ascolto delle quattordici tracce, tutte strumentali, di Wild, il disco tratto dai brani composti da Garolfi per lo spettacolo, andrebbe integrato con la visione di quest’ultimo, ma anche così è molto godibile: l’appartenenza al genere ambient, con venature new age, sta troppo stretta per le sonorità evocate dal musicista, che presentano visioni ariose, vagando in spazi aperti e trovandovi echi letterari e anche della migliore cinematografia di avventura, dai western fino a quell’Into the wild , a cui molti potrebbero pensare, ma da cui la scrittura di Garolfi si discosta, per una diversa ricchezza negli arrangiamenti e per l’uso di una pedal steel suonata con espressiva delicatezza.
Se il nostro mondo ha bisogno di avventura, lasciamoci trasportare da quella musicale di Wild.