Fausto Mesolella Live ad Alcatraz
2014 - Fonè Jazz/IRD
#Fausto Mesolella#Jazz Blues Black#Jazz #Strumentale #Jazz #Acoustic #Mediterranean
La sede della performance, rilassata e informale, è la Libera Università di Alcatraz di Jacopo Fo, oasi di vacanza e creatività nel cuore dell'Umbria, vicino a Gubbio. “In scena” – visto che nell'aria si respira teatro – solo due interpreti: il chitarrista e compositore degli Avion Travel, da sempre impegnato su tantissimo fronti, dal folk al jazz, accompagnato e spesso affiancato dalla pedal steel di Ferdinando Ghidelli. La Sonatina Improvvisata D'Inizio Estate, uno dei due brani originali, introduce subito nel mood di tutto il concerto con una ballata incantata, serena, mattutina. Il tocco delicato e il suono cristallino sostengono un indubitabile gusto per la melodia orecchiabile che torna anche ne La Principessa, dove il tema, che rieccheggia sonorità medievali, si alterna con due assoli, il secondo dei quali di chiara derivazione pinkfloydiana. Non mancano momenti di maggiore energia. O Sole Mio sembra ripescata dal mare delle melodie eterne, con quell'effetto vibrato nel ritornello che richiama la persistenza della risacca, ma c'è spazio anche per lunghe distorsioni cosmiche un po' progressive. Davvero un versione affascinante, come per Libertango, l'abusato super-classico di Astor Piazzolla. Qui l'atmosfera si fa sempre più densa e vibrante, in un crescendo rabbioso di ritmo e intensità che sfocia nel liberatorio assolo finale, sottolineato dall'applauso del pubblico.
È difficile definire un genere di riferimento, e forse è proprio questo muoversi in una terra di mezzo che rende affascinante e originale lo stile di Mesolella. Si scava a piene mani e si trova ispirazione nel folk e nel pop, ma la sonorità della chitarra e alcune allusioni rimandano alla musica colta, mentre l'approccio al materiale è quello di un jazzista. E se la sequenza Imagine-Black Or White-Amazing Grace sembra un po' sottotono e meno convincente rispetto al resto, Somewhere Over The Rainbow rialza il tiro per un bel finale. Il rischio della melassa e del già sentito sarebbero dietro l'angolo, e invece la trama acustica del pezzo ricama con una bella progressione il pezzo più jazz (e con qualche richiamo al blues) del disco. Non è certo una scoperta, ma una conferma: siamo di fronte a uno dei più bravi ed eclettici chitarristi italiani. E Live Ad Alcatraz – visti anche i titoli – è una bella idea per un Natale poco gospel e molto acustico, nella magnificenza dei suoni del Super Audio Cd.