Evocante All`improvviso - Canzoni lievi
2024 - Dialettica Label / Tunecore / La Stanza Nascosta Records
Ad ascoltare questo nuovo lavoro di Vincenzo Greco (in arte Evocante), All’improvviso - Canzoni lievi, mi sento come un assassino che torna sul luogo del delitto.
Questo progetto è scaturito da un'onda tenue, che è fluita dopo la pubblicazione di Siamo esseri emozionali; insomma un fuori programma che tanto ricorda quell’Uffà uffà di Bennato uscito poco dopo il celebrato Sono solo canzonette e catalogato all'epoca come semplice divertissement. Ovviamente il paragone è forzato; poco o nulla accomuna Bennato a Evocante.
Rispetto al precedente disco di Vincenzo Greco, questo nuovo lavoro ha curiosamente una sorgente propulsiva differente: insomma non appare come una continuazione, casomai un capitolo che narra una storia diversa, una sensibilità nuova.
C’è altro, e al tempo stesso c’è quella voglia di immergersi nella canzone d’autore che aveva già sorpreso mesi fa.
Diario di bordo racconta bene lo spirito che aleggia in queste canzoni, citando la lentezza con cui raccogliere le parole. A fargli da contraltare All’improvviso, forse il vero primo squarcio che apre i pori dell’ascoltatore (delicato e originale l’arrangiamento). Salvami torna agli echi di Battiato e a un certo minimalismo che ricorda il periodo berlinese di Bowie, ma anche le ossessive distorsioni di Robert Fripp.
Le tracce proseguono scivolando tra invenzioni e vecchie suggestioni, convincendo di quanto ci sia ancora bisogno di belle canzoni. Particolare la traduzione di Sidun di De André dal genovese all’italiano: certamente una delle pagine più attuali del nostro tempo malato. Forse renderla comprensibile a tutti, più che un esercizio di stile, è un gesto necessario.
Questo nuovo progetto, più che una semplice raccolta di parole e musica che incanta e invita al raccoglimento, a conti fatti è un cerchio perfetto, il fluire dei suoni, dei pensieri, persino quelli scomodi.
E forse proprio per questo sublimi.
Questo progetto è scaturito da un'onda tenue, che è fluita dopo la pubblicazione di Siamo esseri emozionali; insomma un fuori programma che tanto ricorda quell’Uffà uffà di Bennato uscito poco dopo il celebrato Sono solo canzonette e catalogato all'epoca come semplice divertissement. Ovviamente il paragone è forzato; poco o nulla accomuna Bennato a Evocante.
Rispetto al precedente disco di Vincenzo Greco, questo nuovo lavoro ha curiosamente una sorgente propulsiva differente: insomma non appare come una continuazione, casomai un capitolo che narra una storia diversa, una sensibilità nuova.
C’è altro, e al tempo stesso c’è quella voglia di immergersi nella canzone d’autore che aveva già sorpreso mesi fa.
Diario di bordo racconta bene lo spirito che aleggia in queste canzoni, citando la lentezza con cui raccogliere le parole. A fargli da contraltare All’improvviso, forse il vero primo squarcio che apre i pori dell’ascoltatore (delicato e originale l’arrangiamento). Salvami torna agli echi di Battiato e a un certo minimalismo che ricorda il periodo berlinese di Bowie, ma anche le ossessive distorsioni di Robert Fripp.
Le tracce proseguono scivolando tra invenzioni e vecchie suggestioni, convincendo di quanto ci sia ancora bisogno di belle canzoni. Particolare la traduzione di Sidun di De André dal genovese all’italiano: certamente una delle pagine più attuali del nostro tempo malato. Forse renderla comprensibile a tutti, più che un esercizio di stile, è un gesto necessario.
Questo nuovo progetto, più che una semplice raccolta di parole e musica che incanta e invita al raccoglimento, a conti fatti è un cerchio perfetto, il fluire dei suoni, dei pensieri, persino quelli scomodi.
E forse proprio per questo sublimi.
