Enzo Gragnaniello L’erba cattiva
2007 - Radiofandango / Edel
La musica mondiale è una tappa fondamentale nella crescita artistica del nostro; è importante citare il suo incontro con diversi musicisti americani nei night club agli albori, Dulce Pontes e in ultimo la sua collaborazione con James Senese. Per questo ancora oggi nel nuovo lavoro intitolato “L’Erba Cattiva” ritroviamo strumenti diversi, che parlano lingue differenti, come l’etno-fusion di “Evviva ‘E Razze”, ma che nel complesso si riconoscono nella medesima famiglia mediterranea di “Labirinto”: il napoletano di Gragnaniello non parla a denti stretti e si comprende benissimo, è poetico e il cantautore dimostra una grande dote linguistica nei testi che si avvale della tecnica blues come suggerisce la title-track.
Il vento del Mediterraneo rimane una costante e i suoni dell’anima nord africana dialogano, grazie all’oud, con l’incedere freddo dei programming (“‘A Verità” e Uocchie Ca M’’E Guardate”) dimostrando che la musica de “L’Erba Cattiva” sa coniugare certe deviazioni musicali più futuristiche. Rimangono forti i riferimenti alla tradizioni, specialmente in “Stù Criato” (brano ispirato alla Tarantella del Gargano) e in “L’Ammore Overo” dove la classicità di un suono acustico compie un’evoluzione davvero importante grazie all’uso della tecnologia e forse questo brano rappresenta il vero punto di forza di tutto il disco.
Complimenti ad Enzo Gragnaniello e al suo combo di musicisti: il valore di questa sua ultima parentesi discografica è un invito ad approfondire a pieno una lunga e importante carriera musicale.