Egokid Troppa gente su questo pianeta
2014 - Novunque/Self
È un mondo malato, povero alquanto goffo e gli Egokid riescono, ancora una volta, a rendere l’idea e rappresentarlo; già con Ecce Homo, il gruppo aveva avuto modo di conquistare molti ascoltatori e sicuramente una certa popolarità nell’ambito degli indipendenti (se vogliamo così chiamarli!): adesso l’uscita di Troppa gente su questo pianeta (Novunque) offre la conferma dello straordinario lavoro degli Egokid e quel modo unico di accostare la musica pop al cinismo quotidiano in cui tutto, contemporaneamente, appare divertente e devastante.
Le storie di Troppa gente su questo pianeta parlano del non-amore generalizzato e del più intimo amore perduto, della malattia e della fuga da essa. Il presente, senza dubbio, è la dimensione dove tutto si svolge, ciò che provoca frustrazione e, di conseguenza, alienazione. Il futuro è un sogno che mai si realizzerà – anche se per qualche ragione vogliamo ancora, in parte, crederci.
I loro testi parlano un linguaggio semplice e “quotidiano” per affrontare temi complicati e contorti, come il disagio (Il mio orgoglio) provocato dalla banalità e dalla solitudine del mondo contemporaneo o come l’intimismo isolato verso una dimensione sfocata e passata: La madre, una delle canzoni più delicate ed intime del disco ed anche una delle più semplici e minimale nel sound, e non per questo meno intrigante, è una vera poesia d’amore (ovviamente, lasciando libere le varie interpretazione del termine “Amore”). Al contrario, Solo io e te è un pezzo pieno di ritmo e “stiloso”, dedicato a chi all’amore ci crede fino alla fine, dal ritornello che entra subito in testa. Poi un attimo di silenzio che non è intimità, ma sono tutte quelle Frasi fatte che si dicono ogni volta che qualcosa finisce, ogni volta che un amore non trova più parole da dire.
In pieno stile Egokid suona, invece, la straordinaria Non balliamo più, divertente ed elettro – pop da un lato e nostalgica dall’altro: è vero, sono tornati i fuseaux, le spalline, i cerchietti a pois, i trucchi fluo e i jeans a vita alta, ma gli anni 80’ non ci sono più. Infine l’analisi de La malattia come se fosse un flusso rigeneratore, come se dopo la fine ci fosse un sempre un nuovo inizio in cui tutto potesse tornare a vivere.
Troppa gente su questo pianeta è un lavoro pieno di amore, di vita e di pathos electro che racconta questi (nostri) anni. Sarebbe il caso che band come gli Egokid avessero ancora più attenzione!