Egokid Disco Disagio
2019 - INRI / Artist First
Dopo cinque anni da Troppa gente su questa terra arrivano con un Disco Disagio che mescola pop elettronico, Pet Shop Boys e malinconia da loser che non si riconoscono nella realtà odierna. Lo dimostra da subito la title - track, che inizia con un “Buona vita buongiornisti, state calmi coi caffè” e nel refrain la disco – disagio diventa “my only friend”, in un contesto in cui tutti vogliono essere speciali per forza. L’elettro - pop irresistibile non deve distogliere l’attenzione dell’ascoltatore dai testi. In Cose Semplici è quasi disarmante l’ammissione di dipendenza dall’altra, fino al finale “Stringiti forte che non è finita”.
X-Factor, con sinuose striate di synth, non prende di mira tanto i talent, quanto appunto questa ricerca ossessiva del qualcosa che renda unici e irresistibili, a dispetto delle rassicurazioni di chi ti sta realmente vicino (“per una volta invece ascolta il tuo ragazzo a cui non frega niente se non hai l’X – Factor , e poi ti vuole bene”). Il brano procede lento e intrigante, con una interessante intermezzo privo di parole, che poi riemergono quasi soffocate dal suono e dall’insicurezza.
DJ riporta sul dancefloor, con un DJ che diventa demiurgo e taumaturgo, in grado di lenire il dolore: “Il DJ non sa suonare ma ci vuole bene”. Lo stesso effetto che ha il vinile nell’omonimo brano successivo. La conclusiva Buona Tragedia, impreziosita da effetti di riverbero abbraccia tutti in una sorta di pianto liberatorio. Disco Disagio è una sorta di silent – disco finita la quale, se vi toglierete le cuffie, potreste rompere il guscio di solitudine intorno.