Eduardo De Felice Ai confini dei sogni
2024 - La Stanza Nascosta Records
Le radici sono evidenti nel pop: brani che sembrano scritti per farsi ricordare già dal primo ascolto; Lirica onirica ne è una prova evidente. Ogni brano andrebbe però analizzato alla luce di salti temporali tra un Lucio Battisti e certi gruppi mitteleuropei del nuovo millennio.
Si sente che c’è un affiatamento tra i musicisti, un'intesa tessuta tra gli arrangiamenti scarni, che fa apparire Ai confini dei sogni più un progetto di una giovane band che il lavoro di un solo autore. Anche i testi spaziano tra le suggestioni che raccontano le emozioni, rendendo fluido lo scorrere del tempo.
Sicuramente trattasi di un esempio di ottimo pop che non ha la pretesa di parlare di temi sociali. E, se questo è il fine, l’esperimento è senza dubbio riuscito: che poi cantare a squarciagola Dimenticare ha tutto un suo perché.
Ultima sensazione è che questo disco mi ha lasciato un senso di malinconia: non saprei dire se è un bene o un male, ma certamente è la prova che De Felice comunica sentimenti attraverso le sue canzoni. Questo può essere già di per sé un pregio tutt’altro che trascurabile.
Grazie ad artisti come lui, la musica d’autore può avere una redenzione in questi tempi sbandati.