Edoardo Cerea La lunga strada
2022 -
La lunga strada è il quarto disco in studio di Edoardo Cerea, sound che pesca a piene mani dal mondo americano e testi di cuore che raccontano di riflessioni su passato, presente e futuro.
L’ intero album ti catapulta sotto un portico a fissare il paesaggio e parlare con il tuo migliore amico di dove sei arrivato, di cosa hai fatto, di cosa hai perso e di quello che hai. Un disco che parla ad una generazione che si trova a metà della vita ma che ha tutta la vita davanti.
Il sound è pieno e ricco di sfumature, scorre liscio dall’inizio alla fine e la voce di Cerea è morbida e calda, racconta le sue storie con una naturalezza ed una sincerità che ti fa battere il cuore.
La title track è una riflessione sul mestiere del cantautore, sui chilometri macinati verso un nuovo palco e un nuovo pubblico da conquistare – “ho ancora voglia di saltare sul motore? Di un’altra notte bianca, di un’altra alba stanca?” – su come questo viaggio sia soprattutto un viaggio verso la scoperta di se stessi, un bisogno personale, “una strada verso casa, una strada verso di me, dentro di me”.
Il disco è stato anticipato dal singolo Meno male che ci sei, in cui la persona amata è descritta come una carezza tra i vari affanni della vita; il brano vede Cerea affiancato da Enrico Cipollini, produttore dell'album e polistrumentista che cura anche le musiche di Il posto dove guardi, Le cose cambiano, Non credo che ti rivedrò e Il buono di te.
Le cose cambiano è l’accettazione della vita che passa, dei desideri che mutano col trascorrere degli anni e della naturale propensione al riadattare i propri desideri e mete in relazione alla propria età.
Incallito sognatore, brano centrale del disco, dà risalto alla voce ora sporca ed arida di Edoardo che arricchisce il racconto, dando spazio ad una sfumatura completamente diversa: non solo riflessioni mature e serene sul passato e sul futuro, ma un brano rabbioso e rock che tiene incollati dall’inizio dalla fine, “forse il rock nd roll è stato solamente un’illusione”?
Il disco si chiude con Il tempo ormai non conta più, una sorta di chiosa finale, la comprensione di un’enorme verità:la serenità si raggiunge quando si smette di correre verso obiettivi irraggiungibili e si pensa al presente – “senza il delirio di volare il tempo ormai non conta più”.
Oltre alle dieci tracce è presente anche la bonus track Come Julia Roberts.
L’ intero album ti catapulta sotto un portico a fissare il paesaggio e parlare con il tuo migliore amico di dove sei arrivato, di cosa hai fatto, di cosa hai perso e di quello che hai. Un disco che parla ad una generazione che si trova a metà della vita ma che ha tutta la vita davanti.
Il sound è pieno e ricco di sfumature, scorre liscio dall’inizio alla fine e la voce di Cerea è morbida e calda, racconta le sue storie con una naturalezza ed una sincerità che ti fa battere il cuore.
La title track è una riflessione sul mestiere del cantautore, sui chilometri macinati verso un nuovo palco e un nuovo pubblico da conquistare – “ho ancora voglia di saltare sul motore? Di un’altra notte bianca, di un’altra alba stanca?” – su come questo viaggio sia soprattutto un viaggio verso la scoperta di se stessi, un bisogno personale, “una strada verso casa, una strada verso di me, dentro di me”.
Il disco è stato anticipato dal singolo Meno male che ci sei, in cui la persona amata è descritta come una carezza tra i vari affanni della vita; il brano vede Cerea affiancato da Enrico Cipollini, produttore dell'album e polistrumentista che cura anche le musiche di Il posto dove guardi, Le cose cambiano, Non credo che ti rivedrò e Il buono di te.
Le cose cambiano è l’accettazione della vita che passa, dei desideri che mutano col trascorrere degli anni e della naturale propensione al riadattare i propri desideri e mete in relazione alla propria età.
Incallito sognatore, brano centrale del disco, dà risalto alla voce ora sporca ed arida di Edoardo che arricchisce il racconto, dando spazio ad una sfumatura completamente diversa: non solo riflessioni mature e serene sul passato e sul futuro, ma un brano rabbioso e rock che tiene incollati dall’inizio dalla fine, “forse il rock nd roll è stato solamente un’illusione”?
Il disco si chiude con Il tempo ormai non conta più, una sorta di chiosa finale, la comprensione di un’enorme verità:la serenità si raggiunge quando si smette di correre verso obiettivi irraggiungibili e si pensa al presente – “senza il delirio di volare il tempo ormai non conta più”.
Oltre alle dieci tracce è presente anche la bonus track Come Julia Roberts.
