Something For Everybody<small></small>
• New Wave

Devo Something For Everybody

2010 - Warner

04/10/2010 di Paolo Ronchetti

#Devo #New Wave

La splendida recensione di Andrea Rossi del concerto di Chicago dei Devo, la trovate sulle pagine di Mescalina nella sezione live, mi ha fatto capire ancora meglio il disco che da qualche giorno sto ascoltando con alterni giudizi. Comprato a fine giugno e ascoltato a fine agosto ´Something For Everybody´ ha dovuto aspettare 2 mesi per riconoscere un travaglio personale. I Devo per me sono stati, e sono ancora, uno dei 5 concerti rock più belli di sempre. Era l’inverno ‘80 il luogo il Palalido di Milano e i Devo furono letteralmente ´Il Futuro´. Insuperabili! Con gli anni li rividi in un tour al Rolling Stones circa a metà anni novanta. Il cuore si incendiò ancora ma la scaletta era praticamente quella di 15 anni prima! Bello ma troppo facile, e i dischi dopo ´Freetown Of Choice´ (’80) via via sempre più inascoltabili. ´Something For Everybody´ parte benissimo. Fosse un EP di quattro brani sarebbe una bomba! ´Fresh´, ´What We Do´, ´Please Baby Please´, ´Don’t Shoot (I’M A Man)´ sono distillati di Devo Sound a cui ogni tanto manca solo una chitarra un po’ più twang e tagliente. Alcuni brani, è il paradosso, mi rimandano, nelle scansioni ritmiche, ai primi Franz Ferdinand che, infatti, ai Devo, consapevolmente o no, erano certamente debitori (2004 Rainbow Milano altro concerto tra i più belli della mia vita) Il problema subentra dal sesto brano in poi (dal sesto perché, in fondo, Mind Games, pur minore, è comunque un brano dignitoso). La deevoluzione si compie drammaticamente nelle mostre orecchie. Il suono è trito e involuto (si involuto! Fosse deevoluto sarebbe letteralmente un’altra cosa!), banalmente e pesantemente sintetizzato. Chiudo gli occhi e li vedo impazzare senza ironia dalla Ventura o sento le loro canzoni come sfondo ai jingle pubblicitari della telefonia mobile. Un incubo! Rileggo allora la recensione del live e mi faccio su iTunes la plailist: grande concerto ma i brani dell’ultimo lavoro sono solo tre! Prima, seconda, quarta traccia! A mio parere la ricerca del successo ha sempre fatto male ai Devo e la loro più grande sfortuna fu l’azzeccare il tormentone Whip It, troppa pressione per ripetersi. Simon Reynolds nel bellissimo ´Post-Punk 1978-1984´ (Isbn edizioni 2006) conclude il capitolo a loro dedicato con le seguenti parole: ´Devastante ironia della sorte, soccombettero alla loro stessa inimitabile forma di deevoluzione, finendo per diventare degli pseudo-kiss non altrettanto famosi che smerciavano il rock in costume allo zoccolo duro dei loro fan….lungi dall’essere una parodia dell’irreggimentazione, ne divennero autentici esponenti schiavi dell’innaturalità …´ Peccato, per una manciata di brani è stato bello pensare di smentire queste frasi. Ma: ´Are We Are Not Men? We Are Devo!´

Track List

  • Fresh
  • What we do
  • Please baby please
  • Don’t shoot
  • Mind games
  • Human rocket
  • Sumthin’
  • Step up
  • Cameo
  • Later is now
  • No place like home
  • March on

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