Prick of the Litter<small></small>
Jazz Blues Black • Blues • Blue Eyed Soul

Delbert Mcclinton Prick of the Litter

2017 - Hot Shot Records / IRD

29/01/2017 di Fausto Gori

#Delbert Mcclinton#Jazz Blues Black#Blues #Delbert McClinton

A dir la verità, con settantasei anni sulle spalle e dopo un’operazione al cuore (“Dopo il mio intervento al cuore di due anni fa ho trovato una nuova voce. Il problema è stato risolto senza aver subito danni reali. Mi sento di nuovo come un cinquantenne, e penso che questo si può sentire nella mia voce”), era logico non aspettarsi molto da Delbert  McClinton; invece come per incanto, dopo quattro anni di silenzio discografico, il musicista blues texano (vincitore di ben tre Grammy Awards) ritorna a sorpresa con un nuovo disco carico di energia vitale e fresca musicalità.

La band che lo segue, the Self-Made Men, a detta sua la migliore con cui abbia mai suonato, è composta dal pianista  Kevin McKendree (co-produttore con Mc Clinton e Britt), il chitarrista Bob Britt (coautore di gran parte dei pezzi), il bassista Michael Joyce, il trombettista  Quentin Ware  e il batterista Jack Bruno.  La parte femminile è rappresentata dalle coriste Wendi Moten e Vicki Hampton, mentre gli ospiti  rispondono ai nomi di Glen Clark,  Al Perkins, Jimmy Vaughan, e la cantante blues Lou Ann Barton.

Il Delbert  McClinton di Prick of the Litter (uscito per la Hot Shot Records e suo venticinquesimo album di studio) gioca ancora con il suo personale repertorio fatto  di blues, soul bianco, rock and roll e country ma stavolta con un’anima jazz in più, un nuovo feeling che risulterà vincente; infatti l’ascolto offre fin dall’inizio momenti  interessanti legati a contesti  promiscui e un climax generale permeato di fine eleganza e buon gusto.

Durante l’ascolto basta arrivare al pezzo numero due, Doin’What You Do, per rimanere colpiti già a fondo;  puro r&b di ottimo livello, scorrevole e contagioso, forse il più radiofonico del disco, con le coriste di supporto e l’armonica a incorniciare un ritornello che rimane impresso. La successiva Middle of Nowhere  è invece la sorpresa che non ti aspetti, un falsetto incantevole sorretto da una deliziosa melodia che sembra uscito direttamente da un disco dei Miracles di Smokey Robinson, uno di quei pezzi blue eyed soul dall’animo dolce e gentile che ti scaldano il cuore. I brani top proseguono con la bella San Miguel, magnificamente jazzata , un pezzo da night club che profuma di romanticismo, suonato con gusto e raffinatezza, una specie di aperitivo sonoro per una calda notte stellata. 

Altra gemma il singolo Like Lovin’Used to Be, un mix intrigante di country, blues e jazz  dove il canto di Delbert McClinton è sempre assolutamente “integrato”, con coretti doo-wop che si alternano tra fiati e fraseggi dal retro gusto metà anni cinquanta.

Ma il pezzo da novanta arriva alla fine; Rosy, già eseguita dal vivo nei due anni precedenti, ha il passo del classico: Kevin McKendree al piano jazza alla grandissima , Delbert  trova parole di vita vissuta e un modo sensibile per esprimerle (“a volte la vita diventa così assurda, il trucco è imparare a gestire la curva, tenere la rotta senza farsi saltare i nervi, poi tutto potrà essere più sereno”), il ritmo country incalza una melodia di matrice blues  che piacerebbe al Randy Newman di Yellow Man (12 Songs),  la tromba finale conclude in perfezione.

Degne  di menzione anche il ritmato blues iniziale Don’t Do It (con la Barton), il funk alcolico di Neva, l’energica Skip Chaser , l’r&b The Hunt Is On  e il blues jazzato di Bad Haircut.

Se si conoscono i rispettabilissimi standard di Delbert  McClinton, ascoltando Prick of the Litter si ha la sensazione di avere davanti  uno dei suoi lavori più squisiti, un musicista in armonia con se stesso che nei suoi episodi migliori ci regala un passionale mix di blues, soul e jazz , vibrante per la semplicità dei colori usati, sempre dipinti con la sua distintiva gentile naturalezza.  Ascoltate questo disco quando avete voglia di riscaldare il vostro cuore, “soon enough those tears will fade, Everything will be rosy”. (Ben presto quelle lacrime  spariranno e ogni cosa potrà essere più lieta).

Track List

  • Don’t Do It
  • Doin’What You Do
  • Middle Of The Nowhere
  • Skip Chaser
  • San Miguel
  • Pulling The Strings
  • Neva
  • Like Lovin’Used to Be
  • Jones For You
  • The Hunt Is On
  • Bad Haircut
  • Rosy

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