Curtis Salgado ha il suo bel peso sia in senso figurato che artistico. Dopo quaranta anni e più di militanza si è ritagliato non senza fatica un personalissimo spazio nella costellazione Blues, Soul, Funky an’ soup. Una zuppa saporita speziata quanto basta. Il tempo non è trascorso invano. Salgado inizia con i The Nighthawks, guadagna una prolungata co-leadership con il primo Robert Cray. Lo lascia, ahimè, in modo intempestivo dopo sei anni. Abita, per un biennio, quella sorta di nave scuola del white Blues che sono i Roomful of the Blues (1). Partorisce, con Curtis Salgado & Stilettos, un sodalizio robusto, accattivante, forse troppo furbo e manierato. Lo vuole Santana, Steve Miller, frequenta George Thorogood, Bonnie Raitt, incrocia Taj Mahal, i Vaughan Brothers. La sua voce c’è, eccome, l’ha plasmata, addomesticata a lungo per renderla riconoscibile, profonda, credibilmente nera.

La sua armonica non è meno sostanziale. Charles Musselwhite, Kim Wilson condividono volentieri il palco con lui. Insomma se t’interessa cucinare bene vai a imparare all’Osteria Francescana non da Mc Donald.

Si deve anche dire, senza fare l’elegia della sua cartella clinica, che Curtis Salgado in mezzo a tante, precoci dipartite, allunga fortunosamente l’elenco dei long survivors tumorali. Con Charlie Watts, Aretha Franklin, David Crosby, Salgado potrebbe aprire un club. Pellacce. E’ una raccolta di fondi organizzata con un concerto a Portland che si può permettere il trapianto di fegato nel 2006. Nel 2008, funesta, arriva anche una diagnosi di secondarismi ai polmoni ma Curtis non cede. Sono vicende che abbatterebbero un mulo, invece lui si consolida, reagisce. Dolore e smarrimento per taluni possono essere addirittura terapeutici. La musica di Salgado si precisa. Arriva più di una nomination dalla Blues Foundation. Nel 2012 entra in Alligator Records e con Soul Shot centra la palma di miglior interprete Blues, un che disco fa da premessa a questo bel The Beatiful Lowdown. La conferma di uno stato di grazia.

L’uscita di The Beatiful Lawdown autorizza anche un passo indietro perché, peste lo colga, chi dimenticasse di ricordare Salgado come ingrediente, enzima, mentore nella gestazione dei Blues Brothers e di “Jioliet” Beluschi (2). Neanche noi lo dimentichiamo, non tanto per solo fare buon peso al personaggio, quanto per dire del particolare segno musicale di cui s’incarica Salgado.

In uno dei suoi brani più recenti Woman or the Blues (3) Salgado, come peraltro Beluschi, sottolinea come di fronte alla scelta tra la woman “o” il Blues non si abbia a far preferenze, danno gioie e dolori entrambi. Se proprio devi dare una priorità nella vita scegli un bicchiere di buon whiskey. Una sfrontatezza ma anche un’affermazione avida, affamata di vita, e se il Blues è vita l’equazione è soddisfatta. L’intenzione salgadiana (o mamma!) è quella di non lasciar a casa nulla di questa espressione. Vesti un completo di raso blu, una camicia nera, scarpe e cravatta ton sur ton.

Nato sulla costa nord-orientale il blues-pensiero di Curtis Salgado ha un sapore rotondo, raffinato, elegante di organi, irrorato di ottoni, echi di migrazioni californiane. Non per questo il suo Blues mix è meno puntuale, robusto, energico. Certo è più carico di T-Bone Walker, di B.B. style, incorpora un ispirato dynamic soul, il funky, la swayng balladry è meno incline a derive downhome.

Il riferimento ai Blues Brothers allora, di là dal sapiente concentrato mitico-simbolico che questo ha rappresentato per la generazione di amanti del Blues post muro, diventa riferimento storico di una particolare visione. Quella di un Blues globale, sdoganato da purismi ingombranti. Questo l’elemento plurimo lo ritroviamo per intero in The Beatuful Lowdown.

Il lavoro parte lancia in resta con Hard to Feel The same about love. Siete alla guida di una spider con la vostra bella e la tower of power la fornisce lui. Lowdown dirty shame è sulla stessa lunghezza d’onda, echi di Otis. I Know a Good Thing è andar giù a Sud, slidin’ away. La lezione di Robert Cray arriva alla quarta Walk a Mile in my blues. Perfetta. E’ l’ora dell’aperitivo sulla baia, liscio o con ghiaccio viene servito un Healing Love. Nothing in Particular riporta in vita Salomon Burke ma anche Bob Marley di Simple Enough. Resurrezioni di gran classe. B.B.King vive e lotta insieme a noi e sta in I’m not made that way.

Cosa volete ancora, il Duet? C’è anche quello. Is There something I should I Know infatti è aperto dalla brava Danielle Schenebelen che di Belen ha le scarpe, la quarta di petto ma di Etta James ha studiato tutto. Un tripudio di stop, close armony, call & reponse. Brivido. Il Funky di My girl Friend e lo shuffle di Ring Telephone Ring finiscono pagina.

Al fondo di The Beatuful Lawdown rimane Hook me up, un hit del compianto Johnny Guitar Watson. Un brano impreziosito dall’armonica di Curtis. L’occasione per tributare un omaggio a questo grande chitarrista, morto sul palco durante una delle sue proverbiali, sudatissime performance, un bel richiamo per indicare una paternità artistica, assumerne la parabola. Nato con il Blues, Guitar Watson passò infatti, al soul e al funky senza che del primo si smarrisse spessore, integrità, orientamento. Così Salgado sembra volerci dire che lui è in gran forma e che il Blues sta bene solo se sta in compagnia. So long…

 

(1) Dai Roomful Blues passano Duke Robillard, Ron Levy, Ronnie Earl, Al Copley, Sugar Ray Norcia.

(2) Alla fine degli anni ’70 salgado incontra e diviene amico di John Beluschi che a Eugene (Oregon) città natale di Curtis, sta girando Animal House. L’incontro diventa premessa alle incursioni R&B John Beluschi e guidate dai consigli di Salgado. Memorabili le imitazioni di Joe Cocker suggerite da Curtis a Beluschi durante il Saturday Night Live la trasmissione che anticiperà l’uscita del film di John Landis.

(3) Woman or the Blues è un brano di Curtis Salgado contenuto in Soul Shot (Alligator, 2012).

 

Track List

  • Hard to Feel The same about Love
  • Lowdown Dirty Shame
  • I Know A Good Thing
  • Walk a Mile In My Blues
  • Healing Love
  • Nothing in Particular (Little bit of Everything)
  • Simple Enough
  • I’m Not Made That Way
  • Is There Something I should Know
  • My Girlfriend
  • Ring Telephone Ring
  • Hook me Up

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