Curtis Salgado Soul Shot
2012 - Alligator Records
Originario di Everett, Washington, è un veterano della scena blues americana: Blues Brother, Robert Cray, Roomful Of Blues, Santana, sono solo alcuni dei grandi nomi che annovera tra le sue collaborazioni, e nel 2010 vince il premio come miglior artista blues dell’anno. Curtis comincia a registrare con la sua band nel 1995 e realizza nel tempo sette album, l’ultimo è Soul Shot, un disco che parla forte e chiaro al pubblico contemporaneo portando avanti lo spirito senza tempo degli anni ’60 e ’70. Non è un disco rivoluzionario e non vuole esserlo, è crudo e sincero, mescola blues, rhythm & blues, soul e funk; niente suoni campionati o inserzioni elettroniche, ci sono solo grandi musicisti sotto il nome di Phantom Blues Band, un ensemble con i fiocchi, capace di rallentare al momento giusto per sottolineare la potenza vocale e darci dentro quando il ritmo vuole la sua parte.
Si inizia con What You Gonna Do? che, arricchita con un morbido arrangiamento di organo, evidenzia fin dall’incipit il gusto vintage e raffinato dell’autore. Poi via via ci si stupisce con Love Comfort Zone, She Didn’t Cut Me Loose, Nobody But Youche sembrano uscite direttamente dal cappello della Stax; e se su Gettin’ To Know You e Love Man prevalgono il ritmo e il groove, con Let Me Make Love To You Curtis toglie il soprabito a un disco che lo svela come un maestro delle ballate, una voce profonda sorretta dall’organo di Mike Finnigan che ancora una volta impreziosisce il tutto. Il disco continua a regalare momenti di puro godimento anche nella conclusiva A Woman Or The Blues, un blues dall’anima gospel in cui Curtis si esprime al massimo dal punto di vista vocale. «Le registrazioni sono state le più impegnative della mia carriera» ha dichiarato Salgado, e come tali saranno sicuramente apprezzate dai cultori del genere.