Claudio Orfei My wonderland
2023 - Autoprodotto
Romano, classe 1992 Orfei dopo la maturità viene ammesso al Conservatorio dove approfondisce i suoi interessi per la voce, la scrittura e la composizione, a cui segue una borsa di studio Erasmus a Manchester approfondendo la lingua inglese e continuando a studiare alla Salford University, esperienza che riversa completamente nel suo album d'esordio My Wonderland, che è una babele linguistica e acustica, come il vociare delle metropoli ed i suoni del silenzio accademico della sua attività di studio. La biografia del musicista è indispensabile per addentrarsi nel suo concept album, che inizia con una richiesta di aiuto e, grazie a questa contaminazione musicale, sonora e linguistica giunge alla realtà che, nel percorso tra le dieci tracce, viene edulcorata con la fantasia con ciò che delle lenti speciali permettono di vedere o, come lo stesso afferma "il jazz diventa un paio d’occhiali da indossare,la world music si trasforma in colori con cui dipingersi il viso, la canzone d’autore è una rosa che il cantautore coltiva con cura, le cui radici si intrecciano con il contrappunto classico degli archi e il teatro diviene una grande stanza dei giochi in cui creare con libertà e fantasia”.
Un ruolo importante viene riservato alla figura femminile con le voci di Maria Pia De Vito, Susanna Stivali, Elisabetta Antonini, Raffaela Siniscalchi, Raffaella Misiti, Barbara Eramo e Giulia Annecchino che rappresentano la nascita/rinascita, la minoranza, donando la nota rosa alle danze e alla resistenza, all'amore e alle favole che creano il collegamento tra i vari testi; favole intese come storie reali o brani leggendari, racconti fantastici che Orfei riversa in musica, sfruttando ogni conoscenza, ogni elementi che possa rendere reale il suo mondo, sconfinando tra le diverse lingue e atmosfere, creando atmosfere simili ad un musical che vive di elementi aggiunti dall'ascoltatore, soprattutto nei brani in cui le scelte di Orfei sono più lineari. Tra le tracce spicca Hope, una preghiera appunto, che tratta dell'imperfezione con la creazione di tre figure allegoriche che si affidano alla speranza; è uno dei brani più lineari e intimi, mostrando che il cantautore rende anche quando è meno sontuoso.
My Wonderland è un disco intenso, ricercato e studiato nei minimi dettagli, è come immergersi in un universo parallelo per affrontare questo, ma a tratti fa apprezzare anche quello di partenza perchè alla fine siamo fatti anche di realtà e tra gli ascolti, ascoltare più volte la traccia iniziale sembra possa riportare al senso del lavoro che, talvolta, si perde.