Caetano Veloso Caetano veloso
1967 - Philips
Nonostante nell’album d’esordio, “Domingo”, si fosse celato dietro la voce e il nome di Gal, questo esile ragazzo bahiano aveva già sviluppato un approccio che avrebbe avuto l’effetto di “una mitragliatrice sulla vita intellettuale del paese”.
Manifesto di uno stile già formato e del movimento tropicalista fu questo disco omonimo, comunemente noto come “Tropicalia”, anche se il vero “Tropicalia” fu “Ou panis et circenses”, realizzato con Gil, Gal e i Mutantes.
Non il miglior lavoro di Veloso, ma uno dei più importanti, l’album conteneva alcuni pezzi epocali (“Tropicalia” appunto e il singolo “Alegria, alegria”) ed altri fondamentali nel canzoniere dell’autore (“Superbacana”, “Paisagem útil”, “Soy loco por ti, América”).
Spiccava, già dalla copertina neo-psichedelica, un’attitudine provocatoria e coraggiosa che sui ritmi della bossanova inseriva stralci di rock’n’roll, di pop, di avanguardia, osando proporre nuovi modelli con una serie di citazioni che andavano dalla Coca-Cola a Brigitte Bardot, dal teatro al cinema.
I testi dichiaravano esplicitamente la nuova direzione e gli arrangiamenti concretizzavano il concetto grazie ad intuizioni che arrivarono ad una parodia della canzone sentimentale sudamericana e ad una “Ave Maria” in latino.
Il disco soffre oggi di un canto che non aveva ancora raggiunto la maturità e di un suono che avrebbe bisogno di un degno remaster, ma la sua importanza e la sua influenza andarono oltre il Brasile e il Sud-America intero. Se ne accorse anche il regime militare, che pensò bene di spedire Veloso prima in prigione e poi in esilio. Da lì Caetano non si fermò più.