Caetano Veloso

interviste

Caetano Veloso Caminhando contra o vento

04/12/2007 di Christian Verzeletti

#Caetano Veloso

      
 "Caminhando contra o vento"
  
  CAETANO VELOSO
- Special

"Caminhando contra o vento
Sem lenço, sem documento"


Comincia così uno dei primi successi di Caetano Veloso, "Alegria, Alegria", che in Brasile è uno dei pezzi più noti e cantati a livello nazionale. Ancora oggi l'incipit di questa canzone è rappresentativo dello stile del suo autore, ormai riconosciuto e stimato in tutto il mondo.
Allora - era il 1968 - Caetano era un giovane intellettuale idealista, che muoveva i primi passi della sua carriera insieme ad un gruppo di compagni, tutti bahiani (oltre a lui Gilberto Gil, Gal Costa e Maria Bethania), che miravano ad una rivoluzione culturale interna al paese. Fa tenerezza vedere oggi il video di quello smunto ragazzo riccioluto, che si esibisce a TV Record, vestito come il più ingenuo degli hippy, di fronte ad una platea di giovani, eppure quella scelta estetica preludeva alla maturazione di una personalità tra le più importanti della musica, non solo brasiliana. I versi "camminando contro vento / a testa scoperta, senza documenti" indicano un viaggio non ancora terminato, un percorso artistico che è andato oltre le identità definite dai confini nazionali e dalle categorie di genere.

Caminante no hay camino se hace camino al andar
Proprio questo andare libero da convenzioni ha caratterizzato la carriera di Caetano Veloso: dai primi interessi artistici (la bossanova e Joao Gilberto, il Cinema Novo e Glauber Rocha, il teatro, la poesia concreta, il neo-rock'n'roll inglese) alle ribellioni estetiche-sonore del Tropicalismo, dal periodo trascorso in carcere agli anni in esilio a Londra, dal successo planetario ai lavori ispirati al cinema, dai dischi più sperimentali a quelli intrisi di tradizione, dagli album di cover a quelli a tema. Quel camminare contro vento è indice di uno slancio che ha trovato forza e identità passo dopo passo: basti pensare che il giovane Caetano non credeva nemmeno di poter intraprendere una carriera musicale. Era diviso tra ambizioni letterarie e interessi cinematografici e pensava al massimo di poter accompagnare la sorella Maria Bethania nella sua ascesa verso il successo.
Così scrive nella sua autobiografia, "Musica e rivoluzione nel mio Brasile" (Feltrinelli, 2003): "Sono brasiliano e sono diventato, più o meno volontariamente, cantante e autore di canzoni".
A metterlo sulla strada della musica furono le discussioni e gli ideali condivisi con gli amici-colleghi tropicalisti, fautori di una nuova identità popolare contrapposta al nazionalismo della musica commerciale e del governo militare. "Alegria, Alegria" fu uno dei primi manifesti di quel movimento e con la sua famosa citazione del marchio Coca-Cola dichiarava l'intenzione di inglobare nella tradizione brasiliana le moderne influenze occidentali (i Beatles, la psichedelia, Ray Charles, Sartre, Pessoa, Godard, Fellini, Antonioni). Veloso fu sin dall'inizio uno dei maggiori ideatori e realizzatori del progetto e mise in atto in prima persona il cosiddetto cannibalismo culturale, quasi che il camminare contro vento di cui si diceva prima gli avesse messo una fame che non poteva essere soddisfatta con i soli modelli proposti dalla consueta cultura brasiliana.
Dal look stravagante, apparentemente freak, ai testi delle sue canzoni, Veloso adottò un modo cubista di combinare immagini e arrangiamenti: le citazioni di personaggi e di luoghi per lo più americani erano solo la punta di un iceberg di una musica che si apriva verso l'esterno. Gli innesti operati da Veloso sulla bossanova, sui samba di strada e sulle marce del carnevale potrebbero essere scambiati per ciò che noi oggi chiamiamo comunemente contaminazione: per quanto abbia fatto da precursore a parecchie tendenze, la sua musica si sviluppò in modo però assai definito, producendo un sincretismo moderno in cui rimaneva chiara la matrice tradizionale brasiliana.
Veloso non ha mai perso di vista il suo essere popolare, forse perché questo tratto fondamentale della sua espressione si era formato proprio in quel periodo tumultuoso di fine anni '60: l'impatto della Tropicalia fu talmente forte e trasgressivo da infrangere la cerchia ristretta della sinistra borghese e diventare appunto fenomeno popolare, "costringendo" così il governo ad imprigionare prima e mandare in esilio poi numerosi dei suoi protagonisti (tra cui lo stesso Veloso e Gil).

Walk down Portobello Road
Il camminare contro vento portò dunque Caetano a dover abbandonare il suo paese nel 1969 e a vivere per tre anni a Londra.
Curioso e significativo che una delle canzoni più importanti composte nella capitale inglese, ovvero "London, London", cominciasse così:

"I'm wandering round and round nowhere to go
I'm lonely in London, London is lovely so
I cross the streets without fear".

Riprendendo ancora una volta l'azione del camminare, Veloso inquadrava in pochi versi la situazione dell'esule evidenziando il senso di disorientamento, di solitudine ed anche di coraggio che questa comportava. Allo stesso tempo il testo nella sua semplicità lasciava intuire la distanza e le differenze che intercorrevano tra il Brasile e l'Inghilterra: un paese il primo, retrogrado, oppresso, ma caldo e colorato, opposto al secondo invece così libero, creativo eppure freddo e monotono.
Il Veloso che camminava per le strade di Londra acquisiva così in breve tempo un passo più fermo e più cosciente della propria condizione personale ed artistica. Non a caso proprio in quel periodo, venendo a contatto con diversi artisti e scoprendo tra l'altro i Rolling Stones e Jimi Hendrix, produsse alcuni dei suoi dischi più sperimentali, l'omonimo del 1971 e "Transa" (1972), ed espanse le proprie attitudini assimilando tanto il jazz-folk quanto il rock e dintorni (oltre naturalmente alla lingua inglese).
Ancora una volta è il testo di una delle sue canzoni a venirci incontro camminando:

"I walk down Portobello road to the sound of reggae"

L'attacco di "Nine out of ten", da "Transa", indicava un passo avanti nell'evoluzione dell'musicista e dell'uomo, più a suo agio nel nuovo ambiente della capitale inglese tanto per questioni "climatiche" quanto artistiche. Il rimando a Portobello Road, con la sua varietà di negozi, e al suono del reggae, con la sua ritmica contagiosa, erano simboli dei nuovi colori di cui Veloso stava impregnando le sue canzoni.

Caballero de fina estampa
Al ritorno in Brasile Caetano si mise a camminare sulle sue gambe con rinnovato fervore e vitalità: da una parte concretizzò le intuizioni del Tropicalismo e dall'altra assimilò definitivamente la tradizione della bossanova, del samba e dell'MPB. Emblematici sono rispettivamente "Araca Azul", caratterizzato da un impetuoso sperimentalismo con nastri suonati addirittura al contrario, e "Caetano e Chico: Juntos E Ao Vivo", registrazione di un concerto in coppia con Chico Buarque, fino ad allora ritenuto esponente dell'MPB più classica in opposizione allo scombussolamento portato dal Tropicalismo.
A partire dalla seconda metà degli anni Settanta Caetano scrisse e incise la maggior parte delle canzoni che lo hanno reso famoso in tutto il mondo, forte di un bagaglio artistico ormai unico: per quanto il rapporto e la collaborazione con gli altri tropicalisti non furono mai interrotti, Veloso aveva ormai una carriera solista da "pop-star intellettuale".
Dopo un periodo di ostracismo dovuto al suo anticonformismo e al fatto di non aver preso esplicite posizioni politiche, culminato nelle critiche a "Muito", "Cinema trascendental", "Uns" e "Outras palavras" furono (alcuni dei suoi) dischi di grande successo, e questo permise a Caetano di portare il suo cammino ad un livello superiore superando definitivamente le barriere della nazionalità.
Fondamentali furono negli anni Ottanta l'incontro con David Byrne, iniziato alla musica brasiliana, e la collaborazione con Arto Lindsay, musicista brasiliano d'avanguardia trapiantato a New York.
A ribadire la coscienza di questa ennesima nuova fase, bastano i versi della canzone "Estrangeiro", emblematici ancora una volta nel definire la diversità del suo cammino ormai mondiale:

"E eu, menos estrangeiro no lugar que no momento
Sigo maiz sozinho caminhando contra o vento"
("E io, meno straniero nel luogo che nel momento,
vado avanti più solo camminando contro vento")

Con Lindsay Veloso produsse "Estrangeiro" e "Circulado", due album che da "caminante" lo consacrarono al ruolo di "caballero", ossia di cavaliere modernista, pronto a calarsi senza remore tra i suoni e ritmi più ricercati, a sporcarsi le mani con musiche altrui (cover dei Beatles, Bob Dylan, Elvis Presley, Kurt Cobain, Michael Jackson ecc.) e a purificarsi nelle tradizioni più nobili.
Nel 1993 pubblicò "Tropicalia 2", disco colmo di gioia e denuncia in cui ritrovava il compagno tropicalista Gilberto Gil. Nel 1994 arrivò il successo planetario di "Fina estampa", un omaggio alla melodia sud-americana sublimato dagli arrangiamenti d'archi di Jacques Morelenbaum, da allora uno dei collaboratori fidati di Caetano. Altro capolavoro è stato poi "Livro" (1988), tutto giocato sulla tradizione ritmica brasiliana, in particolare dei "samba de terriero" e dei ritmi nordestini.
Oggi Veloso è un grande della musica: riceve premi, riconoscimenti, viene invitato ovunque, compare nei dischi di altri artisti. Ha prodotto un disco del suo maestro Joao Gilberto ("Joao voz e violao"), dedicato un lavoro a Fellini ("Omaggio a Federico e Giulietta"), realizzato colonne sonore, partecipato ad un film di Almodovar ("Parla con lei"), portato a termine un album sul tema della schiavitù ("Noites Do Norte") fondendo per l'ennesima volta Brasile, Africa, rock, soul, funk e avanguardia. Ha tenuto concerti in tutto il mondo, tra cui uno memorabile a Roma, in Piazza del Popolo, stregando più di centomila persone. Ha trovato il tempo per una collaborazione con il vecchio amico Jorge Mautner ("Eu Não Peço Desculpa"), per un altro omaggio, questa volta alla musica nordamericana ("A foreign sound"), e per un inatteso "ritorno" al rock in "Cê", accompagnato da una giovane band che aggiorna quanto fatto dai Mutantes e dai Beat Boys del periodo tropicalista.
Insomma Caetano Veloso è quello che si può chiamare a tutti gli effetti un caballero della musica brasiliana, anzi, della musica tutta. Caballero de fina estampa.

"Sapevo che il mio posto era là, in mezzo alla corrente centrale della cultura delle masse brasiliane, molte volte   andandole contro oppure disturbandone il flusso, altre volte aprendole la strada".   
(Caetano Veloso)