Cabeki Una macchina celibe
2012 - Tannen Records/Audioglobe
Il ragazzo dimostra tra l’altro, di conoscere bene il celeberrimo drammaturgo e poeta francese dadaista dell’Ubu Roi, Alfred Jarry, a quest’ultimo, infatti, si è ispirato nello stile surreale- diremmo un vero e proprio stile dell’assurdo- del cd e dei titoli di questo suo ultimo lavoro. Pezzi come Se quest’uomo diventasse un meccanismo oppure come Alla banalità un valore, o come La bellezza pura e sterile della semplice ruota compreso il titolo del cd: Una macchina Celibe, appunto, mettono in evidenza proprio il carattere surreale del cd: «la Macchina Celibe - dice lo stesso autore - è un essere meccanico inverosimile, delirante, inutile e bizzarro. Un insieme incomprensibile di parti, che segue le sole regole dell’immaginazione, che si auto crea e auto distrugge. La Macchina Celibe produce, nel suo insieme di meccanismi complicati e astrusi, effetti di meraviglia, raffinati e orribili allo stesso tempo. Un organismo meccanico fine a se stesso. È arte e la sua totale negazione».
La Diapositiva si Ricorda, titolo bizzarro e degno di un Jarry, è pezzo prestigioso e sperimentale, così come Verso il Ronzio Remoto che gioca tra elettronica e rock puro. Il necessario ritorno è poi un pezzo che s’ispira a Nino Rota nonché al quasi fantastico mondo di un Fellini. I suoni sono davvero multietnici e multiculturali: si va dal piano elettrico Fender Rhodes alla tastiera Siel Opera 6, dalla classica pianola Bontempi ad un oboe africano (l’al ghaita), all’ukelin. Mondi che si uniscono, diversità che creativamente si mescolano, Est ed Ovest felicemente insieme; Cabeki ha fatto del suo nuovo lavoro un vero e propri trattato polistrumentistico, come se questo lavoro fosse davvero uno studio professionale sugli strumenti musicali di tutto il mondo! E il ragazzo ci regala non solo competenza e professionalità artistica, ma soprattutto grandi emozioni: non è poi in fondo questo che richiediamo alla musica?