Cabeki Non ce la farai, sono feroci come bestie selvagge
2016 - Brutture Moderne
Album tutto strumentale, che rifugge da facili classificazioni (post folk? sperimentale? elettronico? e importa, poi?), dal titolo complesso e filosofico, hobbesiano, quello di Cabeki è un percorso tutto svolto all'interno del mondo moderno, da cui il musicista non fugge, ma nel quale trova ampi spazi di respiro, di libertà vigilata, costruendo luoghi sonori in cui abbattere barriere e immaginare mondi alternativi, fatti di suggestioni e energie positive. In La vetta, ad esempio, l'uso dello zither (costruito dallo stesso musicista) si intreccia con echi elettronici; oppure, in Disarmo, gli echi quasi orientali si intersecano con una ritmica assolutamente contemporanea.
Cabeki suona praticamente tutto, conosce anche i minimi dettagli degli strumenti che egli stesso ha costruito, e la partitura non ha segreti per lui; ma anche i suoi musicisti seguono in modo ispirato le visioni del compositore, rivelando una sintonia rara. Il violoncello di Daniela Savoldi e Julia Kent, i violini e le viole di Stefano Roveda e Maddalena Fasoli, la tromba e il flicorno di Simone Copellini, la batteria e le percussioni di Nelide Bandello, il vibrafono di Sebastiano De Gennaro, sono tutti tesi a creare una dimensione onirica e gravida di immagini, a volte inquietanti, altre più rasserenanti, ma sempre originali e stimolanti. Un viaggio che vale la pena di compiere, per allontanarsi dai percorsi conosciuti e rassicuranti, e lasciarsi perdere.