![Mi fai schifo ma ti amo<small></small>](/foto/musica/recensioni/big/4233-bifolchi-mi-fai-schifo-ma-ti-amo-20160906203936.jpg)
Mi fai schifo ma ti amo prosegue sulla strada percorsa dal suo predecessore, come fossero due facce della stessa medaglia. Come già visto nel disco di debutto, i Bifolchi non girano troppo intorno a quello che vogliono dire. Musica e testi sono là, pronti ad essere ascoltati senza troppa difficoltà. Il ritmo resta frenetico, i testi continuano a raccontarci una realtà di provincia che ognuno di noi potrebbe vivere in qualsiasi momento. E per aderire ancora di più alla realtà si fanno aiutare da altre band ben radicate nel territorio ( Malamanera, 21 Grammi, I Matti delle Giuncaglie, Fabrizio Pocci e il Laboratorio), con cui hanno diviso il palco in quest'ultimo anno.
Si va dal racconto della notte prima delle nozze ( Nella gioia e nel dolore) a giovani coppie alle prese con la crisi e i problemi quotidiani ( Le giovani coppie) fino alla visione scherzosa e piena di luoghi comuni del rapporto tra una fan e la sua band di riferimento ( La fan degli Afterhours). Si riesce a toccare un argomento tanto delicato quanto di attualità come il bullismo, con una leggerezza solo di facciata, in quanto in Palloncino la band abbandona per un attimo il folk scanzonato del disco facendosi seria. Gli otto brani si chiudono con la domanda che più attanaglia i trentenni di oggi, Che fai a Capodanno?. Il tutto condito con un ritmo frenetico e incessante, iniziato con il primo album e che non accenna a fermarsi. Un folk dalle forti venature rock e cantautoriali che creano un mix a tratti esplosivo.
Un anno di distanza tra i primi due dischi è un periodo veramente breve per poter modificare drasticamente il proprio stile. Sta di fatto che Mi fai schifo ma ti amo è la naturale prosecuzione del primo lavoro e ripropone una band che ha tanto da dire e tanta voglia di divertirsi. E noi li ascoltiamo e ci divertiamo sperando che in futuro la band non perda la verve che li contraddistingue.