Beth Orton Sugaring Season
2012 - ANTI
Oggi non siamo più davanti alla voce che flirtava con l’elettronica, ma non pensiate che il suo cammino sia solo alla ricerca di rassicurazione. Tra i musicisti con cui si accompagna c’è il grande pianista Rob Burger già collaboratore del miglior John Zorn degli ultimi dieci anni e della Anais Mitchell di Hadestown. Sono poi presenti come ospiti il prezzemolo della chitarra Marc Ribot e la viola di un altro squisito musicista/compositore del giro downtown come Eyvind Kang.
Sin dall’iniziale Magpie troviamo magia. Magia in una voce che emoziona nel suo centellinare le note e le parole: veloce ma senza fretta, in una partitura che sembra non lasciare molto spazio per il respiro ma che la Orton canta con grande naturalezza ed emozione contrappuntata dai cori e dalla viola di Kang. Candles parte tranquilla ma ha un crescendo di groove ed intensità da brividi come quando il sapore torbato del whisky scozzese invade la bocca lentamente/inesorabilmente. Poison Tree ha retrogusti canadesi come se fosse invecchiata tra gli ascolti di Joni Mitchell così come la successiva See Through Blue che deve il suo incedere a “La Douce Emma” della canadese Louise Forestier. Last Leave Of Autumn è il gusto soul che fa capolino all’improvviso, quando si pensava che il bouquet aromatico non dovesse rivelare più sorprese: e ci meraviglia; e ci lascia immobili ad ascoltare; e, inaspettatamente, commuove.
Manca la chiusura: Mistery. E il cerchio, armonicamente, si chiude con la preziosa viola di Kang che contrappunta le note della Orton che si fanno fiato, vapore e nebbia in cui è dolce stare.