Aucan Stelle fisse
2015 - Kowloon/La Tempesta
Già l’iniziale Disgelo mette in luce la ricerca di sonorità che vadano oltre. Il titolo anticipa quello che sembra di sentire nell’incipit ossia ghiaccio in scioglimento. Loop Layers ha un inizio quasi orientaleggiante, che portano ad Est ma non si fermano. Nella breve traccia, meno di due minuti, si innestano orditi elettronici ma che sembrano formare una trama unitaria. Anche Grime 3 ha un approccio simile, ossia un inizio che quasi non sembra elettronica, ma che poi si evolve. Il ritmo si fa pulsante, la voce è un esco lontano e rarefatto e dalla dimensione analogica si passa rapidamente ad una di trance.
Light sequence ha invece un’anima techno sin dalle prime battute le sue con percussioni distorte. La chiusura è affidata alla lunga Cosmic dub in cui però le origini reggae del dub sono scomparse. E’ un continuo fluire di suoni che si inseguono puntano alle stelle. Si articola in fasi crescenti e calanti, nelle quali sembra quasi sfumare per sparire e poi invece l’intensità risale, una sinusoide che porta al cosmo.
Stelle fisse può essere definite come un disco di techno da meditazione. Sostanzialmente assenti episodi da dancefloor è un lavoro, che almeno su disco richiede un ascolto attento per cogliere le sfumature, gli intrecci voce – elettronica (Disto), la pulizia sonora di teutonica memoria, la fusione di synth, campionatori e drum machines.