Attilio Zanchi Ravel`s Waltz
2015 - Abeat
#Attilio Zanchi#Jazz Blues Black#Jazz #Paolo Fresu Quintet #Tommaso Storace #ARS 3 #Inside Jazz Quartet #Max de Aloe #Barbara Balzan #Tino Tracanna #Massimo Colombo
Ma a nostro avviso c’è un elemento aggiuntivo alla predilezione riconosciuta: l’assimilazione. Con questo termine non si intende affatto una banale attitudine alla replica o all’arrangiamento, bensì un processo creativo che dà alla luce un qualcosa di nuovo capitalizzando un patrimonio di cultura (cultura, non erudizione) come fondamento di un edificio personale, il tutto nella miglior tradizione avviata dal celebre autore del Bolero.
Già la title track, eseguita magistralmente con il Paolo Fresu Quintet, documenta questa caratteristica; da alcuni cenni iniziali ripresi dall’artista francese si evolve con frasi e modulazioni sinuose, raffinate e precise, dando al linguaggio una nobiltà di contenuto e non solo di forma. Stesso discorso per l’abbinata Ave Maria / L’enigma di Verdi, suonati con l’ensemble di Tommaso Storace; l’ “anomalia” armonica della scala usata dal genio di Busseto è conservata sia nel primo pezzo, in cui l’esecuzione è fedele alla pagina originale, che nel secondo dove invece il gruppo fa a modo suo. Illuminante è l’effetto, a riprova di come una stessa matrice possa dar luogo a risultati completamente differenti sia nello spazio che nel tempo.
Il senso del tempo porta ovviamente al ritmo, dimensione congegnale per un contrabbassista come Attilio. Qui i passaggi di rilievo sono Chorinando, proposto con l’intervento degli amici dell’ARS 3 e basato sul “choro” brasiliano, molto spostato sull’accento ritmico più che sui ceselli armonici di altra musica carioca. Divertente ed elegante, con un passaggio del basso molto agile e flessibile, facilitato forse dalla semplicità dell’ordito di base.
L’influenza della musica latina è un ingrediente importante di questo lavoro, a testimonianza dei molteplici interessi di Zanchi e della sua già ricordata capacità di assimilazione. Neruda, eseguita con l’Inside Jazz Quartet e uno splendido Max de Aloe alla fisarmonica, è uno scampolo di tango melanconico virato a una sensibilità mediterranea dalle curve melodiche di Tracanna (sax) e Colombo (piano).
La melodia appunto è un'altra dimensione che Attilio sviluppa con molta sensibilità, smentendo il luogo comune che le composizioni dei bassisti siano principalmente astratte, compatte e/o orientate principalmente al ritmo.
Astor, dedicato a Piazzolla, è proposto sempre con il quintetto di Paolo Fresu con gentilezza e sentimento scanditi appunto dalla linea del canto sottolineata dal contrappunto tra Fresu, Cipelli e Zanchi e sostenuta dal delicato spazzolato di Fioravanti. Un gioco di luci e ombre dai contrasti tenui, sobrio e composto ma sicuro e coinvolgente.
Altri episodi interessanti dal punto di vista melodico sono Hermeto, con l’armonica di de Aloe e ancora l’Inside Jazz Quartet, che propone una composizione armonizzata estemporaneamente, come più prosaicamente facciamo noi quando ci inventiamo una linea cantata davanti allo specchio,e Instinctively, brano basato su tre note girate e rivoltate che resta in sospensione e che capitalizza al massimo l’essenzialità del “tema” base.
In quest’ultimo brano interviene la dimensione della voce grazie alla partecipazione di Barbara Balzan e del suo quartetto, che ricorre anche in Secret Whisper, composizione elegante della crooner elvetica che ben si amalgama con l’estetica del sound di Attilio conferendo un delicato senso di swing e di vivacità.
Un lavoro fruibilissimo, che non si consuma rapidamente e che testimonia come anche un certo “mainstream” abbia ancora molto da dire, giocando la sua attualità nella chiarezza delle idee e nella conseguente capacità di arrivare a segno; ultraconsigliato.