Animal Collective Centipete Hz
2013 - Domino
In realtà la seconda parte del disco (diciamo da Father Time in poi) mi convince sicuramente di più ma forse solo perché gli Animal Collective tornano probabilmente su modelli già conosciuti in passato.
Nel disco troviamo tutto, e forse troppo, ciò che ha caratterizzato il loro suono (e la loro storia) senza apparenti filtri: pop, elettronica, sperimentazione, africa, folk, strumenti acustici, sudore e lava infuocata. Tutte cose belle, di base! Ma tutto stratificato all’infinito quasi che il desiderio dell’accumulo avesse preso la mano, quasi travolti dal un piacere implacabile di suonare. Quasi ad intravvedere, in questo, una paura per il silenzio, o per uno spazio non completamente occupato sonoramente, che li abbia spaventati! Ammetto, la chiusura di Amanita non mi dispiace affatto (anzi direi che questo brano è una gemma assoluta) e non escludo quindi che un ascolto tardivo non aiuti la mia comprensione, un giudizio diverso, un affetto maggiore. Ma per ora Centipede Hz è un disco che rimane, purtroppo, molto indietro nel mio gradimento.
Ps: Prima di mandare in pubblicazione questa recensione ho risentito ancora il disco sia distrattamente che con attenzione “per vedere l’effetto che fa…” e, purtroppo, l’effetto sembra sempre lo stesso: forse meno inascoltabile globalmente ma sicuramente ancora molto, troppo, “falso” e irritante. Peccato!