Alberto Arcangeli Songs from the Moon`s Alp
2022 - Indipendente
Fuggiamo dalla città, forza. Lasciamoci alle spalle gas di scarico, asfalto e cemento, e saliamo, nel cuore dell'Appennino, al crocevia fra Toscana, Umbria e Marche, verso l'Alpe della Luna, scrigno di verde, di acque e sorgenti, di quiete e armonia.
La colonna sonora della nostra fuga sia il nuovissimo, prezioso lavoro di Alberto Arcangeli, che all'Alpe della Luna è andato ad abitare, avviando un'attività artigianale che ha a che fare con la musica (www.dreamsongspickups.com), e componendo tredici brani rigorosamente acustici, in punta di corde, interpretati in perfetto stile lo - fi, senza però nessuna concessione alla sciatteria, anzi.
Non poteva che intitolarsi Songs from the Moon's Alp questo album, che riesce nell'intento di accompagnarci in un viaggio meditativo e profondo, alla ricerca di un equilibrio che rischiamo di perdere, se non è già stato smarrito. Arcangeli recupera dalla tradizione autenticamente folk il gusto per le piccole storie, cesellate con pazienza e cura, elaborate e arricchite con arrangiamenti solo in apparenza minimalisti, ma che rivelano un'attenzione minuziosa per i particolari, per i suoni inconsueti, per le atmosfere che incrociano passato e presente senza leziosaggini superflue.
Dopo Dreamsongs e Pop Down the Rabbit Hole, Arcangeli ha fatto trascorrere più di dieci anni, e, nel frattempo, oltre a maturare la decisione di cambiare vita, ha ottenuto molti riconoscimenti all'estero: Dream Song è stata utilizzata da una nota multinazionale per una serie di pubblicità uscite in Italia e all'estero, e il video in animazione di Wheels and Love (https://youtu.be/lsPa0B_unPA), realizzato dall'artista Massimo Ottoni, ha vinto il premio della critica del Festival Anima Mundi in Brasile, uno dei cinque festival più importanti al mondo per l'animazione.
Ora, Arcangeli è pronto per condividere con noi un viaggio, sospeso fra sogni beatlesiani (e soprattutto harrisoniani: si ascolti il lento walzer di Get Your Hands off Your Hips) ed echi folk, mentre la voce ogni tanto si colora di tinte à la Pink Floyd (come nella sognante Foxtrot). La bravura del chitarrista è percepibile, ma resta sottotraccia, lontana da certi esibizionismi virtuosistici; si capisce che Arcangeli conosce lo strumento, lo maneggia con totale padronanza, ma non si ha mai l'impressione che questo schiacci l'equilibrio sonoro complessivo, grazie anche a una competenza tecnica notevole in fase di missaggio. Ad esempio, nella quasi psichedelica Anna Lives in a Skinner Cage, o in Under silver moons, Arcangeli riesce a centrare il bersaglio, aggiungendo strumenti come maracas, ovetti, tamburelli, mentre altrove si avverte il suono di un banjo, come nella splendida, centrale A Wolf Inside, autentico inno all'animale guida, incontrato da Arcangeli nel corso delle sue camminate nell'Alpe.
Alla fine del viaggio sonoro proposto da Arcangeli, respireremo più profondamente. E capiremo che esiste davvero una musica terapeutica; a questo punto, premeremo replay, per ritrovare lo stesso piacere.